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Ripartire dalla formazione

Un asset fondamentale dal futuro incerto

Il momento della ripartenza è finalmente arrivato, aziende e dipendenti sono pronti a guardare avanti, senza però dimenticare gli insegnamenti che il periodo complicato dell’emergenza ci ha lasciato.
A partire dalla formazione asset fondamentale nel lockdown, nonostante le difficoltà e le necessità di riprogrammare tempi, modi e contenuti. Ma come è cambiata e come cambierà nei prossimi mesi? Lo abbiamo chiesto a voi*.

 
Come è stata affrontata e gestita la formazione?
Il 52% delle aziende dichiara di aver offert ai propri dipendenti corsi online, apprezzati dalla maggioranza dei dipendenti (66%).
Per quanto riguarda le modalità il 48% delle aziende afferma di aver trasformato i corsi previsti in formazione online, dimostrando una pronta capacità di adeguamento alle necessità dettate dal momento, mentre il 20% aveva già consolidato un sistema di e-learning prima della pandemia.
Il 16% delle aziende ha invece attivato ex novo opportunità su competenze hard e soft per permettere ai dipendenti di investire sulla formazione.
 
Le ragioni di chi non ha proposto corsi per il personale (48% delle aziende intervistate) sono da ricercare tra le seguenti cause: chiusura forzata per l’emergenza Covid-19 (32,5%), predilezione per la formazione tradizionale (25,6%), o assenza di politiche di formazione aziendale (21%).
 
L’acquisizione di nuove competenze è strategica anche per i lavoratori.
Dell’83,6% dei lavoratori intervistati che dichiara di non aver ricevuto proposte di formazione dall’azienda, il 55% ha deciso di approfittare di questo “tempo sospeso” per investire autonomamente in formazione, per migliorare le proprie competenze tecniche (20%) e per potenziale le proprie soft skills (19,6%) o semplicemente per approfondire passioni e interessi (15%).
 
L’online sarà quindi il futuro per la formazione?
Oltre il 55% delle aziende è propenso ad adottare formazione a distanza, perché considerata più efficace (25%), più conveniente (20%) e, dato interessante, la preferita dai dipendenti (11%).
 
L’e-learning ha quindi trovato nell’emergenza la grande opportunità di farsi conoscere e “testare” in maniera massiccia, tuttavia la modalità di apprendimento in presenza rimane al centro delle preferenze di un buon 36,5% delle aziende italiane.
Anche i dipendenti, come le aziende, preferiscono l’e-learning rispetto alla formazione tradizionale: 55% vs 44%. Per i più tradizionalisti sono fattori importanti il confronto con gli altri (12,8%), il contatto umano (16%) e l’efficacia (15,6%). I più propensi alla modalità a distanza, invece, ravvisano in essa soprattutto la possibilità di usufruire dei corsi in ogni momento (32,6%) e la comodità di evitare gli spostamenti (19%).
 
I lavoratori hanno però ben chiaro cosa vorrebbero dalle aziende: un piano personalizzato per un percorso di crescita professionale (56%), un potenziamento di investimenti (21%) ma anche la possibilità di essere coinvolti attivamente nella scelta (13,3%).
 
*Indagine realizzata da InfoJobs a maggio 2020 su un campione di 109 aziende e 1062 candidati.

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