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Recruiting: come attrarre la Generazione Z

Rivoluzionare il recruiting e rinnovare le strategie di comunicazione ed employer branding sono alcune delle sfide fondamentali che le aziende devono affrontare, lato HR, per intercettare le nuove generazioni e introdurre i giovani al mondo del lavoro.

In particolare, ci riferiamo alla Generazione Z, un range specifico di giovanissimi anche detti post-millennial: sono i nati tra la seconda metà degli anni ‘90 e la fine degli anni 2000 e oggi hanno, quindi, tra i 18 e i 24 anni. Sono la fetta di popolazione che presto andrà a comporre buona parte della forza lavoro dei prossimi anni, perciò alle aziende è richiesto di rivedere le strategie di recruiting e di employer branding per intercettarli e ingaggiarli.

 

 

L’approccio alla GenZ parte dalla conoscenza

 

Sicuramente, un buon piano di recruiting parte dalla profonda conoscenza di questa generazione. Sappiamo che i giovani fanno un uso massiccio della tecnologia e dei social e per questo sono spesso definiti “nativi digitali”. Sappiamo che ritengono di estrema importanza le tematiche che riguardano l’ambiente, il benessere e l’equilibrio psicofisico e che hanno ampiamente abbandonato lo slogan precedente, tipico dei boomer, Si vive per lavorare, a favore di un motto più sostenibile e flessibile, tipico della Yolo Economy: Si lavora per vivere.

I giovani della Generazione Z sono estremamente attenti a ricercare contesti in cui poter esprimere sé stessi: ci tengono a far sentire la loro voce e danno il meglio se lavorano in gruppo, prediligendo la diversità dei gruppi misti.

Hanno una mentalità pragmatica e hanno integrato nella loro vita la digitalizzazione e la tecnologia: il processo della socialità è permeato dall’utilizzo di app, chat e vocal message.

Per le aziende sarà utile sapere che sul lavoro hanno bisogno di dinamismo, ma non solo: cercano visione e valori aziendali chiari e condivisi, si aspettano un ambiente inclusivo, dove il feedback è costante e i percorsi di carriera sono ben definiti.

 

 

Come cambia il processo di ricerca e selezione

 

Con il susseguirsi delle generazioni, anche il processo di ricerca e selezione deve evolvere ed è bene che le aziende ne siano consapevoli.

La candidate journey dovrà essere più tecnologica e più articolata per la Generazione Z rispetto alle precedenti. I giovani cercano un impiego utilizzando social network, job board e community, e allo stesso tempo mantengono un forte interesse per i career day. Si informano sempre sull’azienda prima di fare application, cercando le aziende virtuose e utilizzando Internet per ottenere dati e informazioni relativi alla web reputation e indagando tramite social media.

Inoltre, sono più inclini a svolgere i colloqui da remoto, attraverso le piattaforme che hanno ben imparato ad utilizzare, essendo, la maggior parte di loro, reduci dalla DAD (didattica a distanza) obbligatoria nel periodo Covid. Il colloquio di persona può essere contemplato solo se necessario o in una fase avanzata della selezione.

 

 

Parola d’ordine: personalizzazione

 

Questi spunti sottolineano l’importanza della personalizzazione dei processi HR in azienda, sulla base del target di candidati da intercettare: non basta più semplicemente pubblicare un annuncio di lavoro, ma bisogna assicurare un processo di candidatura fluido e coinvolgente, profondamente basato sulle esigenze, le abitudini e le peculiarità del candidato che si desidera trovare e ingaggiare.

 

Scritto da Cristina di InfoJobs Lab.

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