Aziende e Dintorni

Fatti e persone del mondo del lavoro

Scopri di più

L'importanza del feedback nel processo di selezione

Cosa si intende per feedback? Perché è così importante fornirlo, soprattutto se negativo? La traduzione letterale del termine feedback (cioè reazione, l’effetto di un atto, di un comportamento su colui che l’ha provocato) è “la risposta”: contestualizzato al processo di selezione, un candidato/una candidata si aspetta di ricevere una risposta circa l’esito del colloquio sostenuto.

 

Fornire un feedback è dunque uno step obbligatorio e fondamentale all’interno di un processo di selezione. Perché quindi si è poco inclini nel comunicarlo? La risposta più frequente alla domanda è perché si ha poco tempo a disposizione, e quindi tra le tante attività che un recruiter si trova ad affrontare quotidianamente, il feedback riveste, nella scala di priorità, un’azione così poco rilevante che si tende a rimandare fino a non darlo del tutto.

 

Il candidato/la candidata, prima di tutto, è una persona portatrice di valori e competenze: fornire un feedback vuole dire dare la giusta considerazione a chi ha investito tempo, professionalità e speranze nel sostenere un colloquio mostrandosi al meglio delle sue capacità.

 

 

L’importanza del feedback, anche se negativo

 

Il feedback, anche se negativo, è da considerarsi come una dimostrazione di presenza in un momento non facile per il candidato, a cui deve essere comunque riconosciuto il giusto valore. Il feedback può essere d’aiuto alla persona che lo riceve, che si troverà quindi ad affrontare un momento di crescita personale e professionale: sarà la giusta occasione per affrontare un possibile cambiamento.

 

Fa parte della nostra indole richiedere aggiornamenti e non sopportare una situazione “in stand by” e quindi in sospeso. Questa necessità si traduce, all’interno del processo di selezione, nella richiesta di ricevere feedback anche là dove questo non si rivelerà essere quello così tanto atteso e sperato.

 

 

Il ruolo del recruiter

 

Il recruiter ha dunque un duplice ruolo: da una parte si trova a soddisfare le richieste dell’azienda o dei clienti nell’individuare profili idonei e rispondenti ai requisiti richiesti; dall’altra, è colui che si fa portavoce nel riconoscere il valore di coloro che hanno partecipato a un processo di selezione seppur non scelti.

 

Un candidato non in linea con l’attuale ricerca non è detto che in futuro non possa essere adatto a ricoprire altre posizioni. Questo pensiero deve far riflettere sulla necessità e importanza di creare un rapporto fin da subito veritiero con i candidati coinvolti nella selezione: il recruiter potrà quindi, adottando una comunicazione chiara e trasparente, creare e ampliare il suo network di contatti.

 

 

Feedback: quando e come comunicarlo

 

Quanto tempo occorre per comunicare un feedback negativo? Non esiste una tempistica su quando è opportuno fornirlo: ci sono diversi fattori che possono determinare il ritardo. Risulta però necessaria la consapevolezza di come il feedback debba essere assimilato nella cultura e nelle attività di ogni recruiter. A un CV non in linea con la posizione ricercata, il recruiter potrà inviare al candidato una email; per comunicare invece un feedback negativo a seguito di un colloquio, il recruiter dedicherà una email più articolata o una telefonata per fornire un riscontro più dettagliato.

 

Oppure, si può optare per l’invio di una email o di una notifica, anche grazie agli automatismi messi a disposizione dalla piattaforma InfoJobs. Nell’ottica di fornire un feedback adeguato ai candidati rispetto al percorso di selezione, infatti, Infojobs permette di gestire le candidature ricevute in risposta all’annuncio attraverso una comunicazione trasparente e immediata. Nella sezione “Offerte e curricula” di InfoJobs, il recruiter, con un’azione piuttosto rapida, può chiudere il processo di selezione. I candidati sono quindi informati in tempo reale della chiusura della posizione attraverso un’email o una notifica.

 

Scegliere il silenzio come esito di un colloquio è assolutamente svantaggioso.

 

 

Gli effetti negativi di un feedback non dato

 

Pensiamo agli effetti concreti che può determinare un feedback non dato: un candidato insoddisfatto può condividere la sua esperienza on line e sfogarsi sui principali social network e quindi contribuire a diffondere in rete una cattiva reputazione e un’immagine negativa dell’azienda.

 

La Brand Reputation dell’azienda viene a vacillare e sarà tutt’altro che semplice riacquistare credibilità e fiducia sia tra i candidati in cerca di un’occupazione sia tra i clienti.

 

 

La cultura del feedback

 

Una cultura chiara e trasparente del feedback porterà quindi con sé una serie di azioni e comportamenti positivi per tutti i soggetti coinvolti nel processo di selezione: candidati, recruiter e azienda. Il recruiter porterà a compimento l’intero processo di selezione in tutte le sue fasi contribuendo a fornire un’ottima immagine non solo di sé ma anche dell’azienda che rappresenta. Lato candidato, invece, la comunicazione del feedback potrà fare emergere potenzialità ancora non percepite e valorizzate che potrebbero essere la scintilla di un possibile cambiamento.

 

Scritto da Chiara di InfoJobs Lab.

Ti è paciuto questo articolo?

Se vuoi rimanere aggiornato sulle novità del mondo del lavoro, iscriviti a InfoJobs oppure attiva le notifiche.

- -

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Contattaci

I nostri consulenti ti consiglieranno le soluzioni InfoJobs più in linea con le tue esigenze.

02 83595065 02 83595065