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Identikit del Recruiter: attività e competenze
All’interno del dipartimento HR di un’azienda oppure in un’Agenzia per il lavoro, il Recruiter riveste un ruolo chiave nel settore delle Risorse Umane.
Il suo principale obiettivo è quello di selezionare i candidati più adatti a ricoprire le posizioni vacanti dell’azienda, individuando quelle abilità e competenze che molto spesso vanno oltre il curriculum ma che possono, attraverso le domande giuste, emergere rivelando un potenziale inaspettato.
Cerchiamo di definirne le attività e le competenze.
Quali sono le attività principali del Recruiter
Partendo da un’analisi delle esigenze dell’azienda, il Recruiter individua le competenze necessarie richieste ai candidati per ricoprire la posizione. Procede con la stesura e la pubblicazione di un’offerta di lavoro e con lo screening delle candidature ricevute. Parallelamente, cerca attivamente candidati utilizzando diversi canali o mettendo in atto strategie di Recruiting Marketing.
Sulla base dei criteri definiti, il Recruiter seleziona i profili più in linea con l’offerta e i candidati “idonei” sono contattati per un colloquio conoscitivo. Fino a qualche tempo fa, i colloqui erano condotti in presenza ma oggi, causa la situazione pandemica e l’evoluzione digitale, si assiste a un incremento significativo dei video-colloqui.
Negli ultimi anni, infatti, il ruolo del Recruiter è cambiato sulla spinta di una forte trasformazione digitale. Il web e l’entrata della generazione “dei Millennials” nel mercato del lavoro hanno modificato la sua attività.
Tra i compiti del Recruiter menzioniamo inoltre: la comunicazione e la gestione dei feedback ai candidati coinvolti nella selezione, la gestione amministrativa delle assunzioni, l’onboarding e la formazione, il monitoraggio delle prestazioni e la predisposizione di report specifici.
Il Recruiting è sempre più digital
Il Recruiting ha subito una rapida trasformazione con l’introduzione di strumenti digitali volti a favorire il giusto matching tra le competenze dei candidati e quelle richieste dalle aziende: software per la creazione di database, automazione dei processi e l’uso dei social network ne sono solo alcuni esempi.
Il ruolo del Recruiting si è quindi trasformato, o meglio “digitalizzato”, per andare incontro sia al cambiamento che ha investito il mercato del lavoro, sia alle nuove esigenze e richieste delle aziende. Questa trasformazione si traduce nella reale e costante esigenza di ricercare metodi e strumenti sempre più efficaci per valutare i candidati e le loro abilità.
La tecnologia applicata all’attività del recruiter si pone principalmente questi obiettivi:
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- raggiungere un numero significativo di candidati qualitativamente idonei;
- ottimizzare non solo il tempo dedicato alla selezione ma anche i relativi costi.
- raggiungere un numero significativo di candidati qualitativamente idonei;
Il Recruiter deve saper utilizzare i social media non solo per la sua attività, ma anche per promuovere online il suo personal branding, mostrandosi come professionista competente a suo agio con la tecnologia e le novità introdotte.
Quali sono le competenze che ogni Recruiter dovrebbe possedere
Passiamo ora a individuare le principali “hard skills” che un Recruiter dovrebbe possedere. Di solito è preferibile una formazione umanistica o la frequenza di Master dedicati al mondo HR accompagnati da un minimo di esperienza.
Oltre alla conoscenza del mercato del lavoro, il Recruiter deve avere una buona padronanza delle tecniche di selezione, reclutamento, inserimento e valutazione del potenziale dei candidati. Deve possedere una buona padronanza degli strumenti impiegati nei processi di selezione quali job board, social network e Applicant Tracking System (ATS, ovvero il software utilizzato in azienda per gestire il processo di selezione).
Se si opera in contesti multinazionali, fondamentale è una buona conoscenza della lingua inglese.
Per quanto riguarda invece le “soft skills”, l’organizzazione performante del tempo, e quindi l’evadere con rapidità la richiesta del cliente, è un aspetto decisivo nella selezione.
Il Recruiter non è solo colui che valuta il potenziale dei candidati ma è anche colui che rappresenta l’immagine dell’azienda: deve essere un abile comunicatore capace di far conoscere e trasmettere i valori dell’organizzazione di cui fa parte o che rappresenta, facendosene il primo portavoce.
La buona comunicazione è dunque alla base del rapporto tra recruiter-candidato e recruiter-azienda. Saper ascoltare, instaurando la giusta empatia nelle relazioni, permette al Recruiter di creare rapporti che potrebbero concretizzarsi in nuove opportunità di business. La negoziazione, la capacità di convincere e di proporre i candidati migliori ai clienti si rivelano quindi competenze fondamentali per il Recruiter.
Non si può concludere l’elenco delle soft skills senza citare il problem solving: il Recruiter è sempre pronto a risolvere le situazioni improvvise e inattese, come il non presentarsi a colloquio di un candidato o la comunicazione da parte dell’azienda che informa di avere chiuso internamente la selezione o la difficoltà nel ricercare un particolare ruolo.
Il valore aggiunto di un Recruiter
Abbiamo cercato di tracciare l’identikit del Recruiter per far conoscere meglio la sua funzione e quanto il ruolo che copre sia fondamentale nel mercato del lavoro. Il Recruiter opera delle scelte che possono determinare il successo e il benessere o meno di un’azienda e dei suoi lavoratori, rappresentando quindi un valore aggiunto con un forte impatto etico e sociale.
Scritto da Chiara di InfoJobs Lab.
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