Aziende e Dintorni
Fatti e persone del mondo del lavoro
Una questione di sicurezza
La parola ai nostri utenti.
In una recente indagine condotta in occasione di Jobbando, ci siamo occupati di un tema molto attuale, la sicurezza, interpellando i nostri candidati per chiedere la loro opinione
La sicurezza sul lavoro
Per la quasi totalità del campione (83,8%) la sicurezza è da intendersi nel senso più classico del termine, ovvero come il rispetto delle norme di legge per garantire la salute e la sicurezza sul posto di lavoro. Solo il 16,2% pensa in primis alla sicurezza del lavoro, ovvero contrattuale.
Per il 75,2% le norme sono rispettate e per il 27,2% si va anche oltre gli obblighi di legge, segno di una grande attenzione delle aziende alle politiche di sicurezza.
Rimane tuttavia un 13,7% che dichiara che gli obblighi di legge non sempre vengono rispettati. Per il 4,2% questi obblighi vengono disattesi in maniera sistematica.
E con il Covid cosa sta accadendo? Per il 68,2% degli intervistati le nuove regole vengono rispettate (mascherine, turni, etc.), mentre per il 4,3% del campione il problema non si pone perché è ancora in vigore il full smart working. Rimane però un 15,6% che non si sente sicuro a causa dei colleghi che non rispettano le norme o addirittura della stessa azienda e dei responsabili (12,1%).
La sicurezza del lavoro
Diversa situazione rispetto alla sicurezza del proprio lavoro dal punto di vista contrattuale: oltre il 50% dei lavoratori non si sente sicuro di poter mantenere il proprio lavoro in questo momento di emergenza.
Se il 27,3% degli intervistati si sente molto sicuro e ritiene la propria azienda solida e il 16,2% crede che, anche se precario, il contratto sarà rinnovato nonostante gli effetti del Covid-19, abbiamo però un 33,5% precario che teme un mancato rinnovo e addirittura un 23% che, pur avendo un posto fisso, ha paura di perderlo.
Ma cosa è successo al modo di svolgere il proprio lavoro post Covid?
Si va da un 48,3% degli utenti per cui tutto è come prima salvo l’adozione dei dpi al 9,6% invece ha dovuto adattarsi a una scelta aziendale di revisione dell’organigramma.
Altri cambiamenti? Nel 19/% dei casi nuove normative che regolano modalità e processi, mentre il 23% ha proprio cambiato tipologia di lavoro perché la mansione precedente non può più essere svolta.
La sicurezza in se stessi come professionisti
La pandemia e la mutata situazione lavorativa non sembrano però avere scalfito la sfera più intima: il 79,5% si sente lo stesso professionista di sempre nonostante il mercato sia così cambiato
Non riuscire ad adattarsi al nuovo contesto (6%), competenze non adeguate (6,7%), scarsa utilità del proprio lavoro (3%), mancanza di motivazione da remoto (4,9%) sono le paure più diffuse.
Ciononostante il 24,7% riesce a mantenersi produttivo e concentrato al lavoro, il 18,6% è fiducioso nella propria azienda e addirittura il 20,3% ripone fiducia nella ripresa in generale.
*Indagine svolta da InfoJobs nel mese di ottobre 2020 su un campione di 1.442 rispondenti iscritti a InfoJobs, ambosessi, dai 18 anni in su, in tutta Italia.
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