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Apprendistato stagionale e principio di coerenza: l’Ispettorato Nazionale del Lavoro sottolinea l’importanza delle soft skill

L'apprendistato stagionale. Come orientarsi

L’apprendistato è un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato finalizzato alla formazione e all’occupazione giovanile. In Italia, secondo la normativa, può essere di tre tipologie:

 

–  apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore – e il certificato di specializzazione tecnica superiore, per i giovani dai 15 ai 25 anni compiuti, finalizzato a conseguire uno delle predette qualificazioni in ambiente di lavoro.

 

 

–  apprendistato professionalizzante, per i giovani dai 18 e i 29 anni compiuti, finalizzato ad apprendere un mestiere o a conseguire una qualifica professionale; dal 1° gennaio 2022 è possibile assumere in apprendistato professionalizzante, senza limiti di età, anche i lavoratori beneficiari del trattamento straordinario di integrazione salariale con possibilità di apprendistato over 30.

 

 

 – apprendistato di alta formazione e ricerca, per i giovani dai 18 e i 29 anni compiuti, finalizzato al conseguimento di titoli di studio universitari e dell’alta formazione, compresi i dottorati di ricerca, i diplomi relativi ai percorsi degli istituti tecnici superiori, per attività di ricerca nonché per il praticantato per l’accesso alle professioni ordinistiche.

 

 

 

Cos’è l’apprendistato stagionale

 


Il contratto di apprendistato è definito stagionale quando il periodo di lavoro è frazionato in modo da risultare ridotto rispetto a un contratto di lavoro standard. ( In questo articolo avevamo analizzato altre tipologie di contratto stagionale alternative all’apprendistato).

La stagionalità è decisa sulla base delle necessità aziendali in un dato momento, per esempio il bisogno di manodopera solo durante i mesi estivi o invernali.

Sono numerosi i settori che lavorano con attività stagionali: dal settore agricolo a quello dell’ho.re.ca. Per esempio, l’apprendistato è molto diffuso nel turismo, così come nel settore della ristorazione, poiché la necessità di personale è più elevata nei periodi di alta stagione.

 

 

 

Il primo contatto tra azienda e giovane lavoratore

 


Il contratto di apprendistato è considerato come la prima vera forma di collegamento tra un giovane lavoratore e il mondo del lavoro. Prevede una formazione pratica, affiancata alla formazione tecnica, ed è quindi l’occasione per far entrare i giovani nel mondo del lavoro in modo consapevole e concreto. Nasce per dare, da un lato, vantaggi concreti alle aziende. Dall’altro, vuole essere un’opportunità formativa per i giovani. Infatti, il contratto di apprendistato è detto “a causa mista” proprio perché l’apprendista, a fronte della sua prestazione lavorativa, riceve una retribuzione composita, che comprende uno stipendio in denaro e un programma di formazione specifica approfondita per lo svolgimento della mansione.

La formazione viene distinta in base al settore, all’attività svolta dall’apprendista e al suo livello di inquadramento. A questo proposito l’azienda deve redarre un apposito piano formativo, da prevedere a corredo del contratto.

Negli anni, il tema della formazione in apprendistato è stato al centro di numerosi approfondimenti, che hanno visto anche l’intervento dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

 

 

 

Cos’è il principio di coerenza

 

In particolare, il manuale operativo del Ministero del Lavoro prevede che ci sia coerenza tra l’attività lavorativa e il percorso di studi e formativo del giovane. L’importanza del cosiddetto principio di coerenza è stata ribadita lo scorso anno dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, con nota n. 1369/2023 del 07/08/2023. Il datore di lavoro ha infatti il compito di verificare la coerenza tra attività lavorativa oggetto del contratto e il titolo di studio posseduto dal giovane. Il principio di coerenza risulta importante anche alla luce della certificazione finale che dovrà essere rilasciata dall’istituzione formativa di provenienza dello studente.

Ma è possibile attivare contratti di apprendistato per attività non coerenti con il percorso di studio?

A questa domanda ha risposto recentemente l’Ispettorato Nazionale del Lavoro con la nota n. 795/2024 del 24/04/2024 .

 

 

 

Apprendistato stagionale per attività non coerenti con il percorso di studio

 


Il principio di coerenza riguarda il primo contratto con l’istituzione formativa da parte del datore di lavoro, ma da ciò non deriva automaticamente l’impossibilità di stipulare un contratto di apprendistato stagionale in settori diversi da quelli coerenti con il percorso di studi seguito dal giovane.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro sottolinea che un apprendistato stagionale debba essere un’opportunità per sviluppare non solo le competenze professionali, ma anche e soprattutto quelle organizzative, trasversali, umane e relazionali. Le cosiddette “soft skill”, insomma, ormai fondamentali per avere un bagaglio formativo completo in qualsiasi settore si operi, con riferimento anche ad esperienze di tipo personale e di relazione con le altre risorse umane.

 

 

 

L’apprendistato come esperienza relazionale e trasversale

 


Il contratto di apprendistato stagionale amplia quindi le opportunità occupazionali per i giovani nel mondo del lavoro, dando loro la possibilità di spaziare – da un punto di vista di esperienza lavorativa – nei vari settori merceologici, indipendentemente dal percorso di studi intrapreso.

I vantaggi per i giovani lavoratori si combinano con quelli per le aziende, che possono così occupare alle proprie dipendenze nuovi talenti da far crescere e coltivare.

 

 

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