Aziende e Dintorni
Fatti e persone del mondo del lavoro
Blind Interview, la selezione al buio
Viaggio tra le tecniche di selezione meno convenzionali.
In questo periodo di profonda trasformazione del mercato del lavoro si stanno facendo sempre più spazio le nuove professioni altamente specializzate, digitali, innovative. Al tempo stesso, anche le procedure di selezione di collaboratori stanno mutando in modo radicale attraverso una sorta di “colloquio reinventato”.
Il colloquio tradizionale è tuttora lo strumento più comune ed è difficile pensare che a breve venga abbandonato. Con molta più probabilità, le aziende metteranno in atto un approccio integrato che vedrà sempre più protagoniste le nuove tecniche di Recruiting.
In questo periodo si è iniziato a testare l’efficacia di una nuova modalità, il Blind Recruitment, ovvero, la selezione “al buio”.
I candidati hanno la possibilità di presentarsi ai selezionatori in stanze prive di luce in modo che siano le loro effettive competenze e abilità a emergere in maniera naturale.
Nella scelta di una nuova risorsa, infatti, spesso accade che influiscano fattori diversi dalle mere abilità, competenze o soft skills del candidato.
I fattori sociali, ad esempio, talvolta condizionano la decisione dei recruiter anche se in modo involontario. Pensiamo ad esempio all’Interview Bias, ovvero pregiudizi o stereotipi da parte degli intervistatori nei confronti dell’intervistato.
È quindi importante ridimensionare questi elementi durante le varie fasi del colloquio, privilegiando modalità più obiettive e consapevoli.
Una stanza, due sedie, una scrivania e il buio!
Il candidato è invitato in una stanza senza luce, il selezionatore gli pone le classiche domande da colloquio (“Come ti vedi tra 5 anni?”, “Raccontami di come hai gestito una situazione stressante a lavoro”).
Dopo 18 minuti in assenza di luce si perde la capacità di interpretare il ruolo imposto e si risponde in maniera istintiva.
Il Recruiter accompagna quindi il candidato in un colloquio completamente al buio.
Intervistatore e intervistato possono utilizzare tutti i sensi, tranne la vista.
Questa esperienza permette ai partecipanti di non essere influenzati da fattori esterni, come aspetto fisico o opinioni personali e soprattutto di superare la propria comfort zone.
Spegnendo le luci e accendendo l’ascolto, privi del condizionamento causato dalla vista, si ha infatti la possibilità di concentrarsi su ciò che è importante.
Concluso il colloquio, ambo le parti hanno la possibilità di vedersi, scambiare commenti e suggerimenti sull’esperienza appena vissuta.
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