Aziende e Dintorni
Fatti e persone del mondo del lavoro
Personal branding
Come diventare protagonista della propria storia.
Perché fai quello che fai?
Come fai quello che fai?
Cosa fai?
Ogni giorno interagiamo con colleghi, clienti, fornitori e non solo. Condividiamo o consigliamo contenuti, che siano articoli presi da blog di esperti o post sui social scritti da persone della nostra rete. Ecco, tutte queste persone con cui interagiamo se ci vedessero in tre luoghi diversi per cosa ci riconoscerebbero? Si ricorderebbero di noi per le nostre attività sui social, non saprebbero chi siamo o avrebbero un brutto ricordo?
La risposta è: “Dipende dal nostro Personal Branding”, cioè dalla nostra capacità di rappresentare al meglio online e offline le nostre caratteristiche, il valore che possiamo portare ai nostri interlocutori, la motivazione che ci spinge nel lavoro quotidiano.
Perché fare Personal Branding?
Il Personal Branding ci permette di distinguerci da chi tratta i nostri stessi argomenti e ci consente di affermarci come professionisti autorevoli nel nostro ambito di riferimento. Due motivazioni estremamente valide qualsiasi lavoro facciamo, che sia in un’azienda o da liberi professionisti. Il mondo in cui viviamo – e più in piccolo le aziende in cui lavoriamo – si compongono di reti sociali da cui possiamo attingere valore, strumenti, aiuto per le attività di tutti i giorni a patto di saperle costruire e mantenere nel tempo. Diventa quindi fondamentale coltivare il proprio brand personale, saperlo valorizzare e comunicarlo adeguatamente alla rete a cui partecipiamo. Tutto ciò ci aiuterà, ad esempio, a chiudere un contratto con un cliente o a ottenere l’aiuto di un collega e ancora a fare in modo che le persone si ricordino di noi come professionisti.
Come fare Personal Branding?
Il valore del nostro brand, secondo Mike Arauz, è frutto di un’operazione molto semplice che si compone di investimento, tempo e social activities. Questi tre elementi imprescindibili moltiplicati tra loro rappresentano la motivazione con cui ci approcciamo alle attività di Personal Branding e l’impegno che ci mettiamo.
Cosa fare…o meglio, di quali azioni si compone il Personal Branding?
Innanzitutto dobbiamo scegliere a chi vogliamo rivolgerci chiedendoci qual è il target a cui puntiamo.
Se, ad esempio, vorremo approcciarci a dei possibili clienti dovremo presentarci come professionisti affidabili e sicuri; diversamente se ci stiamo costruendo una rete di relazioni con colleghi – anche di diverse aziende – potremo decidere di presentarci come esperti autorevoli del campo in cui lavoriamo. Per questo dobbiamo decidere prima con chi vogliamo parlare.
L’importante quando si costruisce il proprio personal brand è essere credibili e coerenti con chi si è nel lavoro di tutti i giorni. Immaginiamoci di trovare un fil rouge che ci rappresenti e da lì – con investimento, tempo e social activities – costruire una narrazione che grazie a tante piccole azioni costruisca un racconto in cui i protagonisti siamo noi.
Le prime semplici azioni da fare?
- Rispondere alle mail che riceviamo ci aiuta a far sì che le persone abbiano una buona opinione di noi perché ci dimostriamo gentili e accurati. Quante volte ce ne dimentichiamo? Molte.
- Scrivere, condividere o commentare contenuti appropriati sia al mezzo di comunicazione che stiamo usando sia al pubblico a cui ci riferiamo, alla lunga, ci fa percepire autorevoli e un punto di riferimento da chi tratta gli stessi argomenti.
- Essere chiari, trasparenti e collaborativi in ogni situazione ci consente di instaurare relazioni proficue con i nostri interlocutori, oltre che a riservarci sorprese nel futuro come un contatto per un nuovo lavoro, uno scambio di idee o una collaborazione vantaggiosa.
Mariangela Iasiello | Nespresso, Internal Communication Specialist
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