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Nomadi digitali: nuove regole con il Digital Nomad Visa italiano

Anche in Italia approvate le regole per le richieste di Digital Nomad Visa

 

Il Ministero dell’Interno ha approvato il decreto attuativo 29 febbraio 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 aprile 2024, contenente le disposizioni che rendono applicabile la normativa sui nomadi digitali, finalizzata ad attrarre lavoratori altamente specializzati che possono svolgere ovunque il loro lavoro.

Il decreto ministeriale istituisce uno speciale visto di ingresso in Italia per i lavoratori cosiddetti “nomadi digitali”: ma chi sono? E cosa si intende per lavoro altamente qualificato da remoto?

 

Chi sono i nomadi digitali


È sempre più diffuso in tutto il mondo il fenomeno dei nomadi digitali, cioè i lavoratori qualificati, professionisti, imprenditori ma anche dipendenti di grandi aziende, specialmente multinazionali oppure di organizzazioni non governative, che possono svolgere le loro prestazioni senza una base fissa di lavoro, senza un luogo “in presenza” in cui andare. Si spostano quindi seguendo le proprie preferenze personali, le esigenze familiari ma anche i regimi fiscali favorevoli e le agevolazioni amministrative.

Per esempio tra i nomadi digitali sono sempre più diffusi i trasferimenti in Portogallo, Spagna, Malesia, Malta, Grecia, Ungheria, Brasile e Repubblica Ceca ma anche in  Thailandia, paese che garantisce l’ingresso e la permanenza agli stranieri addirittura per 10 o 20 anni per chi ha redditi sopra i 15mila o 40mila dollari e/o lavora per una multinazionale.

Ora a questo elenco potrebbe aggiungersi anche l’Italia, con il nuovo Nomad Digital Visa che nasce proprio con lo scopo di attrarre questa tipologia di lavoratori stranieri altamente qualificati.

 

Come funziona il Digital Nomad Visa per l’ingresso in Italia

 

Il Digital Nomad Visa consente l’ingresso in Italia di lavoratori extracomunitari, al di fuori delle quote di ingresso definite con i decreti flussi.

In questo modo si intende favorire l’ingresso in Italia di lavoratori qualificati, spingendo la competitività  del nostro paese nel contesto lavorativo globale, in un’ottica che è  comune anche ai regimi fiscali agevolati per i cosiddetti “impatriati” che rientrano in Italia dopo un periodo di permanenza all’estero (i cosiddetti cervelli in fuga che tornano in Italia).

Tutti gli smart workers che non possiedono un passaporto europeo e che svolgono attività lavorativa altamente qualificata attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici possono rivolgersi al consolato italiano per ottenere un visto per nomadi digitali.

 

Nomadi digitali e lavoratori da remoto digitali: le differenze

 

Il decreto ministeriale del 9 marzo 2024 distingue tra il nomade digitale, inteso come lavoratore autonomo, e il lavoratore da remoto, che invece è un dipendente che svolge le sue mansioni in smart working.

Entrambe le figure possono ottenere un visto per nomadi digitali, che è pensato sia per i lavoratori dipendenti, di società italiane o estere, sia per gli autonomi.

 

I requisiti e i documenti necessari per chiedere il Digital Nomad Visa

 

Chi vuole chiedere un visto da nomade digitale per entrare in Italia deve disporre di un reddito  minimo  annuo (indicativamente di circa 28mila euro, maggiorato in caso di familiari a carico), deve avere una assicurazione sanitaria valida sul territorio nazionale e deve dimostrare la disponibilità di un alloggio in Italia.

Dal punto di vista lavorativo, è necessaria una dichiarazione del datore di lavoro o un’autodichiarazione dove si attesti l’assenza di carichi penali negli ultimi cinque anni.

Bisogna poi dimostrare un’esperienza di almeno sei nello svolgimento di quella attività lavorativa, oppure bisogna presentare il contratto di lavoro o di collaborazione, o la  relativa offerta  vincolante. I datori di lavoro e le aziende italiane che intendono avvalersi di questi lavoratori nomadi digitali potranno quindi supportare il lavoratore nel fornire la documentazione necessaria.

 

Nomadi digitali: il regime fiscale

 

Una volta ottenuto il visto, il nomade digitale può entrare in Italia e chiedere in questura il permesso di soggiorno. Il permesso di soggiorno per nomadi digitali sarà valido per un anno e sarà rinnovabile direttamente in Italia alla sua scadenza. I familiari del nomade digitale potranno ottenere un permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare.

Per i nomadi digitali è previsto un regime fiscale speciale, che prevede una detassazione pari al 50% del reddito di lavoro dipendente o autonomo prodotto in Italia per cinque anni in presenza di determinati requisiti. L’agevolazione fiscale è applicata direttamente dal datore di lavoro italiano in busta paga oppure direttamente dal lavoratore nella propria dichiarazione dei redditi.

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