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Come comunicare i feedback negativi all’interno di un team
Gestire un team di lavoro implica diversi aspetti: coordinare individui con competenze, personalità e prospettive diverse richiede abilità di leadership e una profonda comprensione delle dinamiche di gruppo. È importante garantire una comunicazione efficace all’interno del team: la chiarezza nel trasmettere informazioni, obiettivi e aspettative è fondamentale per evitare fraintendimenti e promuovere un ambiente di lavoro coeso e sereno.
Il feedback, in particolare, è uno strumento cruciale per lo sviluppo individuale e collettivo. Attraverso un ritorno chiaro e orientato agli obiettivi, i membri del team possono comprendere l’efficacia delle loro prestazioni, identificare aree di miglioramento e rafforzare i loro punti di forza. Il feedback ha un ruolo fondamentale nel promuovere il miglioramento continuo e contribuisce alla creazione di un luogo lavorativo in cui le singole persone si sentono coinvolte, valorizzate e motivate a migliorare le loro performance. I feedback permettono di correggere comportamenti e attitudini, sbloccano il potenziale della persona e la fanno sentire apprezzata.
La gestione efficace del team richiede quindi la capacità di dare feedback in modo costruttivo, incoraggiando il continuo apprendimento e la crescita professionale. Se l’importanza di fornire feedback positivi non deve essere mai sottovalutata e trascurata, cosa fare quando il feedback è negativo?
Valutare l’azione, non la persona
Spesso si ha però paura del feedback negativo, il quale viene spesso collegato ad un giudizio rivolto alla persona, portando a pensare che possa creare un clima teso. In realtà occorre soffermarsi sul vero significato della parola feedback. La traduzione dal termine inglese è “retroazione”, si riferisce quindi all’effetto di un’azione, su colui che l’ha provocato e sul sistema che lo circonda. Nelle relazioni si traduce in un processo comunicativo teso all’individuazione oggettiva di un comportamento, al fine di cambiare o rinforzare il comportamento stesso.
Il focus del processo del feedback è sull’azione, sul comportamento scorretto o non efficace messi in atto dalla persona, mai sulla persona stessa.
È fondamentale soffermarsi sulla differenza tra giudizio e valutazione: il primo implica basarsi sulle proprie emozioni e convinzioni sull’altra persona, la seconda chiama invece l’osservazione e la raccolta di dati oggettivi, legati a uno specifico comportamento.
Per fare un esempio pratico, per evitare di correre il rischio di giudicare solo l’interlocutore è importante prestare attenzione a non criticare il modo di essere o le caratteristiche di una persona, questo la porterebbe a mettersi sulla difensiva e non accogliere le indicazioni di un possibile miglioramento.
Feedback negativi: qualche consiglio
Affinché il feedback negativo sia costruttivo, è importante che venga formulato in modo chiaro, prestando attenzione ad alcuni accorgimenti. Ecco qualche consiglio utile:
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- scegliere il momento giusto: nulla vieta di attendere un po’ e lasciare passare qualche tempo tra l’azione e il feedback di valutazione, per evitare di agire sull’onda dell’emotività;
- fare attenzione al contenuto del feedback: focalizzarsi sui comportamenti e non sulla persona, usando informazioni oggettive osservate;
- prestare attenzione alla “forma” del feedback: non generalizzare ma cercare di essere specifici e precisi;
- valutare se è il caso di fare delle domande per permettere al collaboratore di riflettere e mettere in discussione da solo il suo operato;
- evidenziare le conseguenze del comportamento messo in atto;
- condividere un’azione di miglioramento.
- scegliere il momento giusto: nulla vieta di attendere un po’ e lasciare passare qualche tempo tra l’azione e il feedback di valutazione, per evitare di agire sull’onda dell’emotività;
La tecnica del “sandwich”
Nel formulare un feedback negativo si può utilizzare la cosiddetta tecnica del “sandwich”, la quale segue una sequenza precisa, come quella di un panino: pane – farcitura – pane, che diventano positivo – negativo – positivo.
- Iniziare sempre con un contenuto positivo (pane). Fare un’introduzione morbida (come il pane), esplicitando situazioni/compiti in cui il collaboratore è stato efficace. È importante far comprendere che il giudizio parte sempre da un aspetto positivo che va riconosciuto. Un buon inizio può essere: “Mi sei piaciuto molto quando hai fatto…”. Anche in questa fase è importante non essere mai generali ma indicare punti precisi e possibilmente esplicitare anche la ragione per cui è utile iniziare la conversazione sottolineando questi aspetti.
- Il secondo strato del panino invece contiene la parte più consistente, la farcitura, ovvero il feedback negativo. Questo deve avere sempre un obiettivo costruttivo, per la crescita del collaboratore e per il suo miglioramento. Lo ribadiamo, è bene ricordare di separare il feedback negativo dalla persona, non attaccandola ma commentando un comportamento sbagliato. Essendo la farcitura la parte più nutritiva, è importante fornire spunti di riflessione in modo ricco e corposo, soffermandosi anche sui dettagli su come poter migliorare, al fine di rendere costruttivo il feedback.
- Il terzo strato è ancora costituito dal pane. È preferibile concludere sempre con un’affermazione positiva, raccontando – per esempio – come, seguendo i suggerimenti emersi dal confronto, il collaboratore riuscirà a migliorare e a raggiungere con più soddisfazione i propri obiettivi.
Ricordiamo infine che, affinché i feedback negativi (come quelli positivi) siano efficaci, è importante che non vengano usati come modalità occasionale di comunicazione, ma siano inseriti in processi più ampi di valutazione delle performance.
Scritto da Alice di InfoJobs Lab.
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