Aziende e Dintorni
Fatti e persone del mondo del lavoro
Come cambia il lavoro: le nuove figure di management
Il mondo del lavoro sta cambiando ed emergono professioni che fino a qualche tempo fa non esistevano. Nuove sfide globali, come la sostenibilità ambientale, la gestione della mobilità, il controllo dei rischi, le intelligenze artificiali e così via stanno plasmando non solo le industrie, ma anche il mondo del lavoro.
In questo scenario le figure professionali che fino a pochi anni fa erano sconosciute diventano fondamentali ora per molte aziende per affrontare le complesse esigenze del nostro tempo.
A cominciare dalle nuove figure di management sempre più diffuse in organizzazioni grandi e piccole, ecco qualche esempio:
Il Manager della Sostenibilità (Sustainability Manager)
Con l’aumento delle attenzioni al green e al cambiamento climatico e l’urgenza di adottare pratiche aziendali responsabili, il ruolo del Sustainability Manager è diventato cruciale. Questi professionisti si occupano di sviluppare e attuare strategie per ridurre l’impatto ambientale delle aziende. Dall’implementazione di politiche energetiche sostenibili alla gestione dei rifiuti e all’adozione di materie prime o servizi a basso impatto, il Sustainability Manager guida le organizzazioni verso un futuro più verde e consapevole. Senza dimenticare che oggi sostenibilità e interessi economici sono strettamente allineati.
Il Manager della Mobilità (Mobility Manager)
Il Mobility Manager è il professionista che gestisce la mobilità sostenibile di un’azienda. La sua figura è stata introdotta dall’ordinamento giuridico italiano nel 1998 e rafforzata poi nel 2020 e nel 2021. Oggi è obbligatoria nelle aziende con più di 100 dipendenti, per la creazione di un piano degli spostamenti casa-lavoro. Il compito primario del Mobility Manager aziendale è la realizzazione del Piano Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL), per la riduzione del traffico di veicoli privati che raggiungono e lasciano una determinata azienda.
Il Manager della Sicurezza (Security Manager)
Professionista della security di livello tattico e direttivo, il Security Manager si occupa dell’organizzazione, della gestione e dell’assunzione di responsabilità in tema di sicurezza a 360 gradi: dalla sicurezza fisica di un’infrastruttura alla protezione delle strategie produttive, dalla sicurezza dei fattori sensibili a quella informatica, dalla sicurezza sul lavoro fino agli aspetti legati alla corretta gestione dei dati, alla comunicazione e alla privacy. Questo professionista presidia rischi e minacce aziendali nei settori tecnici, tecnologici e finanziari, individua e previene intrusioni o tentativi di spionaggio ai danni dell’impresa, contrasta i rischi operativi (anche a livello informatico), finanziari e reputazionali delle aziende.
Il Manager del Rischio (Risk Manager)
In quella che dagli economisti è definita “epoca dell’incertezza”, il Risk Manager è essenziale per le aziende che vogliono proteggere i loro interessi e il loro patrimonio. Compito del Risk Manager è, infatti, individuare e analizzare i potenziali rischi in cui può incorrere l’impresa e che possono comprometterne il raggiungimento degli obiettivi strategici e operativi nel breve, medio e lungo termine. I rischi possono essere di diverso tipo, da quelli legati alla volatilità dei mercati finanziari alle minacce alla sicurezza informatica. Attraverso l’analisi dei dati e la pianificazione strategica, il Risk Manager aiuta le aziende a navigare in acque tumultuose, riducendo le possibilità di perdite e migliorando la resilienza organizzativa.
Il Manager della Diversità e dell’Inclusione (Diversity and Inclusion Manager)
In un mondo sempre più consapevole dell’importanza della diversità e dell’inclusione, questa figura è diventata cruciale per le aziende che vogliono coltivare ambienti di lavoro equi e rispettosi. Il Diversity and Inclusion Manager si impegna a promuovere la diversità di genere, etnia, cultura e background all’interno delle organizzazioni. Dall’implementazione di politiche anti-discriminazione alla creazione di programmi di formazione sulla consapevolezza, questi professionisti lavorano per garantire che ogni voce sia ascoltata e valorizzata. E che, in generale, l’ambiente di lavoro sia sereno e inclusivo.
Il Manager dell’Accessibilità (Accessibility Manager) e quello della Disabilità (Disability Manager)
Questa figura si occupa di garantire il diritto all’accessibilità e l’integrazione delle persone con disabilità negli ambienti di lavoro, rimuovendo gli elementi che impediscono il pieno sviluppo della persona, soprattutto per chi parte da una condizione svantaggiata. Tra i vari compiti dell’Accessability Manager sono compresi la promozione dei diritti delle persone con disabilità, la verifica dell’accessibilità delle strutture e l’accertamento che ci sia un’adeguata segnaletica, oltre che l’individuazione degli interventi prioritari per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Il suo ruolo spesso si lega (o coincide) con quello del Disability Manager (DM), colui che predispone progetti personalizzati per l’inserimento del lavoratore diversamente abile in azienda. Attraverso una valutazione oggettiva dell’accessibilità dei luoghi e una valutazione soggettiva della soddisfazione della persona e dei suoi rapporti professionali, agevola l’ingresso in ufficio del lavoratore con disabilità (o il ritorno del dipendente divenuto disabile), oltre a formare i responsabili della sicurezza e dell’ufficio HR, per prevenire problematiche e infortuni sul lavoro della persona disabile.
Il Manager della Catena di Fornitura (Supply Chain Manager)
Il Supply Chain Manager ha la responsabilità dell’intera filiera che consente il funzionamento della catena logistica. Gestisce tutta la catena di approvvigionamento di un’organizzazione, dalla produzione alla distribuzione, fino alla consegna dei prodotti o dei servizi da un’azienda al cliente finale. Le sue principali responsabilità includono la ricerca e il rapporto con i fornitori, l’analisi dei costi e la ricerca di soluzioni per ridurli, il monitoraggio delle performance, la gestione delle scorte nei magazzini. Lavora soprattutto in aziende produttive, ma ormai anche in quelle commerciali e di servizi.
Il Business Development Manager
Non è una figura nuova, ma assume sempre più rilievo, il suo ruolo è di tipo strategico: deve sviluppare le opportunità di crescita e l’espansione del business di un’azienda. Deve individuare nuovi mercati in cui presentare i prodotti o servizi dell’azienda presso cui opera, analizzando e valutando i modelli di business da adottare, piuttosto che trovare modalità per massimizzare i profitti, pensare alla formazione delle persone, cercare nuovi clienti e aprire nuove opportunità.
Il Chief Philosophy Officer (Cpo)
Sono sempre più numerose le aziende che stanno inserendo al loro interno la figura del Chief Philosophy Officer (Cpo). A dare il via a questo trend è stata Google che nel 2018 ha creato una nuova posizione: da allora sono stati numerosi i laureati in filosofia che hanno assunto posizioni di leadership all’interno delle imprese tecnologiche della Silicon Valley. Anche in Italia le realtà più illuminate stanno inserendo questa figura nell’organizzazione, con il compito di applicare strumenti e metodologie delle discipline filosofiche a supporto di tutto il sistema aziendale.
Insomma, il mondo del lavoro sta vivendo una trasformazione epocale, guidata dalle sfide e dalle opportunità del nostro tempo, e anche la ricerca di nuovi talenti è chiamata a innovarsi e reinventarsi. Le nuove figure professionali, di cui abbiamo riportato solo alcuni esempi, sono la risposta alle esigenze di un’economia sempre più complessa e interconnessa. Questi professionisti non solo portano competenze specializzate, ma anche una visione innovativa e orientata al futuro che sta plasmando il modo in cui lavoriamo, produciamo e viviamo. Abbracciare il cambiamento diventa non solo una necessità, ma anche un’opportunità per guidare le organizzazioni verso un futuro sostenibile, resiliente e inclusivo.
E la tua azienda, di che figura avrebbe bisogno?
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