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Internal recruitment ed external recruitment: vantaggi e svantaggi
Quale approccio scegliere
Nel contesto attuale, caratterizzato da rapide trasformazioni digitali, evoluzione dei modelli organizzativi e crescente competizione per i talenti, la funzione HR si trova di fronte a scelte strategiche sempre più rilevanti. Tra queste, la decisione tra internal recruitment ed external recruitment rappresenta un passaggio chiave per impostare politiche di acquisizione e valorizzazione delle risorse umane efficaci e sostenibili.
Comprendere le differenze, i benefici e i limiti di ciascun approccio è fondamentale per impostare una strategia di recruiting coerente con gli obiettivi aziendali, le risorse disponibili e la cultura organizzativa.
Che cosa si intende per internal recruitment
L’internal recruitment è un processo di selezione e promozione che avviene all’interno dell’organizzazione. In altre parole, si tratta di coprire posizioni vacanti attingendo esclusivamente ai talenti già presenti in azienda. Questo può avvenire tramite avanzamenti di carriera, trasferimenti interni, job posting o programmi di mobilità interna.
Negli ultimi anni, questo modello ha conosciuto una significativa crescita in Italia, anche in risposta a una maggiore attenzione al talent retention e alla valorizzazione del capitale umano interno. Secondo i dati di settore, il recruiting interno è diventato una delle leve principali per trattenere le persone più competenti, offrendo loro percorsi di crescita e nuove sfide professionali.
I vantaggi dell’internal recruitment
Optare per l’internal recruitment offre diversi vantaggi. In primo luogo, riduce i tempi e i costi legati al processo di selezione, onboarding e formazione iniziale. I candidati interni conoscono già l’ambiente aziendale, i processi e la cultura organizzativa, il che garantisce un rapido inserimento nel nuovo ruolo.
Inoltre, questo approccio ha un impatto positivo sul clima aziendale: i dipendenti percepiscono un investimento reale nella loro crescita professionale, con un aumento della motivazione e del senso di appartenenza. La mobilità interna può diventare uno strumento di fidelizzazione potente, riducendo il turnover e migliorando la retention, soprattutto nelle fasi di cambiamento organizzativo.
Infine, valorizzare le competenze interne contribuisce alla continuità operativa, poiché si preservano conoscenze già consolidate e relazioni strategiche interne.
Gli svantaggi dell’internal recruitment
Tuttavia, anche l’internal recruitment presenta dei limiti. Uno dei principali è il rischio di una visione autoreferenziale: promuovere sempre le stesse persone può limitare l’ingresso di nuove competenze e idee, rallentando l’innovazione. Inoltre, una politica di recruiting solo interna potrebbe generare malumori o competizioni non salutari tra i dipendenti.
Un altro punto critico è la mancanza di candidati idonei per ruoli altamente specialistici. In questi casi, l’assenza di risorse con le competenze richieste impone di guardare all’esterno.
Infine, il passaggio da una posizione all’altra può generare un “effetto domino”, aprendo ulteriori vacanze interne da gestire rapidamente.
External recruitment: quando guardare all’esterno
L’external recruitment consiste invece nella ricerca di candidati al di fuori dell’organizzazione. Si tratta della modalità “tradizionale” di recruiting, che coinvolge l’uso di portali online, agenzie per il lavoro, head hunter, eventi di employer branding e campagne social per attirare nuovi talenti.
Questo approccio è particolarmente utile quando si cerca di introdurre nuove competenze, favorire il rinnovamento culturale o affrontare fasi di espansione in mercati o settori differenti. È anche fondamentale per ruoli in cui è richiesta un’esperienza specifica non ancora presente in azienda.
Vantaggi dell’external recruitment
L’inserimento di risorse esterne porta con sé una ventata di novità. I nuovi assunti possono introdurre metodologie alternative, esperienze maturate in contesti diversi e stimolare il cambiamento interno. Questo rappresenta un vantaggio competitivo per le aziende che vogliono crescere e innovare.
Inoltre, le campagne di external recruiting permettono di rafforzare la brand reputation aziendale, posizionandola come employer attrattivo, soprattutto per le nuove generazioni in cerca di opportunità professionali stimolanti.
Svantaggi dell’external recruitment
L’aspetto più critico del recruiting esterno è legato ai tempi e ai costi. I processi di selezione possono essere lunghi e complessi, soprattutto per le posizioni executive o altamente specializzate.
Anche il periodo di onboarding tende ad essere più lungo rispetto a quello dei candidati interni, con un impatto sulla produttività iniziale. In alcuni casi, l’arrivo di risorse esterne può essere percepito dai colleghi come una minaccia, creando frizioni o ostilità.
Quale approccio scegliere? La chiave è l’equilibrio
Nella gestione delle risorse umane non esistono soluzioni universali. La scelta tra internal ed external recruitment dipende da molteplici fattori: la struttura aziendale, il livello di maturità del capitale umano, le strategie di sviluppo, le tempistiche e i budget disponibili.
Un approccio bilanciato, che integri in modo intelligente entrambe le modalità, è spesso la soluzione più efficace. Il job posting interno, ad esempio, può essere utilizzato come primo step per valutare le candidature già presenti, lasciando aperta l’opzione del recruiting esterno qualora non si identifichino profili idonei.
In questo modo, l’azienda può sviluppare un ecosistema virtuoso di crescita interna, senza rinunciare al valore aggiunto derivante dall’innovazione portata dai nuovi ingressi.
La strategia di reclutamento è uno degli strumenti più rilevanti per plasmare il futuro di un’azienda. La scelta tra internal recruitment ed external recruitment non va vista come alternativa esclusiva, ma come un’opportunità di integrazione strategica.
Investire in entrambi i canali permette di costruire una forza lavoro dinamica, preparata e capace di affrontare con successo le sfide del mercato contemporaneo. In un panorama in cui il talento è sempre più al centro della competitività, le imprese che sapranno bilanciare internal ed external recruitment saranno quelle più pronte a cogliere le opportunità del cambiamento.
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