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Un lavoratore può rifiutarsi di fare gli straordinari?

Gli straordinari sono obbligatori?

Può capitare che si chieda ai lavoratori di trattenersi oltre l’orario di lavoro per sopravvenute esigenze di carattere tecnico, organizzativo e produttivo.

Chiedere di fare gli straordinari è una pratica piuttosto comune nel mondo del lavoro, soprattutto nei periodi più intensi in azienda. Ma questa richiesta va gestita con attenzione: è bene sapere quando i lavoratori possono fare gli straordinari, come devono essere pagati e cosa succede nel caso in cui qualcuno si rifiuti.

Ecco cosa dice la normativa relativamente agli straordinari.

 

 

Cosa sono gli straordinari?

 

Prima di capire cosa può e non può fare il lavoratore, è opportuno definire cosa si intende per lavoro straordinario.

La maggior parte dei contratti collettivi nazionali di lavoro fissa la durata della settimana lavorativa per il lavoratore a 40 ore, di solito suddivise in 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana. Si definisce lavoro straordinario quello che supera le 40 ore settimanali e che viene retribuito con una maggiorazione rispetto alla paga base applicata dal contratto. Una norma di diritto del lavoro specifica le caratteristiche del lavoro straordinario che deve essere contenuto, compreso tra le 2 e 12 ore settimanali ed effettuato nel rispetto dei limiti previsti.

 

 

Lavoro straordinario e lavoro supplementare: le differenze

 

Diverso è invece il caso del lavoro supplementare, che è quello prestato da quei lavoratori il cui orario di lavoro è inferiore alle 40 ore settimanali e che supera il limite settimanale previsto dal contratto ma non supera il limite legale. 

L’organizzazione dell’orario di lavoro può essere eseguita liberamente dal datore di lavoro, ovviamente nei limiti di legge e rispettando i limiti di durata. Nel rispetto di tali vincoli, il datore di lavoro può organizzare gli orari di lavoro in base alle esigenze tecnico produttive stabilendo, per esempio, una turnazione del lavoro notturno, la durata delle pause, la rotazione dei riposi settimanali e così via.

Quindi, nei contratti part-time, tutte le ore aggiuntive fino al raggiungimento del limite delle 40 ore (contratto full-time) si configurano come lavoro supplementare. Superate anche le 40 ore settimanali, allora, vengono applicate le medesime regole previste nei contratti full-time.

 

 

Straordinari: cosa dice la normativa

 

L’ articolo 2108 del Codice Civile fa riferimento al lavoro straordinario e specifica che al dipendente, chiamato a lavorare oltre le ore previste da contratto, spetta un aumento della retribuzione. Ciò vale anche per il lavoro notturno (quando non previsto dalla turnazione). 

Il Codice Civile rimanda alle leggi e alla contrattazione collettiva specifica di ogni settore la definizione della durata e degli importi delle maggiorazioni spettanti ai lavoratori.

L’articolo 5 del Decreto Legislativo n. 66/2003 specifica inoltre che il ricorso alle ore di lavoro straordinario deve essere contenuto. Infatti questa modalità di lavoro è ammessa solo previo accordo tra datore e lavoratore e comunque non può superare le 250 ore in un anno. In ogni caso, un dipendente non può superare il limite delle 48 ore a settimana di lavoro.

 

I casi in cui è ammessa la prestazione straordinaria, in particolare, sono:

  • Esigenze tecniche o produttive
  • Casi di forza maggiore
  • Eventi particolari come mostre, manifestazioni, fiere

La legge stabilisce inoltre che le ore straordinarie vanno computate a parte, applicando la maggiorazione prevista dal contratto di lavoro.

 

 

 

Lavoro straordinario: quanto va retribuito?


Il lavoro straordinario è pagato più di un’ora ordinaria, e la maggiorazione tende a salire quando le ore aggiuntive sono svolte di notte e nei giorni festivi. 

Tuttavia, la retribuzione aggiuntiva è variabile e dipende sia da quanto stabilito nel CCNL applicato sia dalle ore di straordinario svolte dal dipendente.

In alternativa, se previsto nel CCNL applicato o in assenza di un accordo specifico, è possibile compensare le ore lavorate con delle ore di riposo aggiuntive a quelle previste nel contratto. Si tratta della banca ore, un meccanismo contrattuale che consente ai dipendenti di accumulare ore di lavoro straordinario, che possono essere poi convertite in permessi retribuiti. Questo sistema permette una gestione del lavoro più elastica, favorendo un migliore equilibrio tra vita professionale e privata. La gestione della banca ore è spesso delineata nei contratti collettivi nazionali di lavoro che stabiliscono i limiti e le modalità di utilizzo delle ore accumulate.

Per i lavoratori in smart working, infine, le norme sono ancora in gran parte indefinite. Il Protocollo Nazionale sul Lavoro Agile specifica che il lavoro straordinario è fondamentalmente incompatibile con le forme di lavoro agile.

 

 

Il lavoratore è obbligato a fare gli straordinari o può rifiutarsi?

 


Il lavoro supplementare, così come il lavoro straordinario, va concordato con il dipendente, il quale può rifiutarsi di svolgere le ore aggiuntive in caso di impedimenti oggettivi come problemi di salute, esigenze familiari o la concomitanza con corsi di formazione.

Se il lavoratore si rifiuta senza giustificato motivo – e se il datore di lavoro non ha usato metodi coercitivi, chiedendolo in maniera legittima – il dipendente va a commettere un inadempimento punibile con una sanzione disciplinare. L’azienda può decidere di sanzionare il dipendente, seguendo la procedura descritta nel contratto collettivo di categoria, per esempio incorrendo in ammonizioni o richiami verbali, fino ad arrivare alla sospensione dello stipendio e dal lavoro.

Il datore di lavoro, nel caso del rifiuto del dipendente di svolgere gli straordinari, dovrà avvalersi di una contestazione scritta, tenendo anche conto delle eventuali recidive. Inoltre, dovrà tenere conto della giustificazione data dal lavoratore, che dovrà essere portata entro il termine fissato dal contratto collettivo di lavoro

 

 

 

Quando gli straordinari sono obbligatori? 

 

 

Il lavoratore è obbligato a effettuare lo straordinario in specifiche circostanze: quando lo prevede il contratto collettivo nazionale che stabilirà anche la durata, quando ci sono delle esigenze di carattere tecnico produttive non preventivabili, quando ci sono eventi o manifestazioni che richiedono una maggiore prestazione lavorativa. In questi casi, il lavoratore è tenuto a effettuare lo straordinario con il solo limite delle 250 ore annue. In tutti gli altri casi, il lavoratore può tranquillamente rifiutarsi di trattenersi al lavoro oltre l’orario stabilito.

 

 

 

Rifiutare lo straordinario, quando si può?

 

 

È importante, per un’azienda, verificare quanto concordato nel contratto di lavoro individuale o nel contratto collettivo.

Se il lavoratore si rifiuta di fare straordinari perché ha raggiunto il suo massimo, per esempio, avrà tutte le ragioni per farlo. Il superamento del numero di ore di straordinario è considerato un’infrazione e l’azienda può incorrere in sanzioni.

 

 

Cosa succede se le circostanze cambiano ed è necessario chiedere di fare straordinari?

 

 

Se le circostanze dell’azienda cambiano e diventa necessario fare straordinari, si dovrà discutere con i lavoratori e/o con i loro rappresentanti e si dovrà raggiungere un accordo in base al contratto collettivo o a quanto espressamente indicato negli accordi individuali. La cosa più importante è raggiungere un accordo consensuale e mettere ogni clausola nero su bianco, modificando i contratti esistenti, in modo da evitare malintesi.
Se il carico di lavoro è aumentato notevolmente, onde evitare che i dipendenti arrivino al burnout, è bene prendere in considerazione di allargare il team.

 

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