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Imprese e lavoro: la nuova geografia del tessuto imprenditoriale italiano nel 2025

Il ruolo strategico delle Risorse Umane

Il panorama imprenditoriale italiano sta vivendo un periodo di profonda trasformazione. Macro temi come sostenibilità, digitalizzazione e innovazione riscrivono le regole del fare impresa. Al centro di questa evoluzione si collocano le persone: le risorse umane diventano un fattore strategico per gestire la transizione, rispondere ai cambiamenti e cogliere nuove opportunità.

 

La fotografia del tessuto imprenditoriale italiano

Negli ultimi dieci anni, inoltre, l’Italia ha perso oltre 153.000 giovani imprenditori, un dato che racconta la difficoltà crescente nel mantenere vivo il ricambio generazionale nelle imprese.

Le piccole e medie imprese continuano a rappresentare l’ossatura dell’economia italiana. Tuttavia, oggi sono chiamate a fare un salto di qualità per restare rilevanti in un mercato in rapida evoluzione. Digitalizzazione, export, innovazione nei processi e accesso al credito sono sfide che non si possono più rimandare.

Secondo i dati più recenti, le PMI costituiscono oltre il 95% delle imprese italiane, con un numero complessivo che supera i 4,9 milioni di unità- Le startup innovative registrano una crescita significativa, con oltre 14.000 unità attive nel primo trimestre del 2025 . Queste imprese emergenti beneficiano di un ecosistema in evoluzione, sostenuto da riforme e nuovi strumenti finanziari che offrono maggiori opportunità di crescita per imprenditori e investitori. Le grandi imprese, definite come quelle con oltre 250 addetti, rappresentano una frazione minima del totale delle aziende registrate nel Paese, meno dello 0,1%, corrispondente a circa 4.000 unità su oltre 4,5 milioni di imprese attive 

Nel corso del 2024, sono state avviate 263.320 nuove imprese, segnando un aumento dello 0,7% rispetto all’anno precedente . Tuttavia, il numero di cessazioni rimane elevato, con oltre 1.285 aziende che hanno “chiuso i battenti”, evidenziando le sfide persistenti per la sostenibilità delle nuove iniziative imprenditoriali .

Le aziende che resistono o crescono oggi non sono più quelle tradizionali ma realtà capaci di ripensarsi, investire in capitale umano e accogliere nuove competenze. 

Per i responsabili delle risorse umane, la sfida è attrarre, sviluppare e trattenere talenti in un contesto in cui il lavoro è sempre più fluido e interconnesso con obiettivi ESG e sostenibilità.

 

Il ruolo strategico delle risorse umane nella transizione

La trasformazione del tessuto imprenditoriale implica anche un ripensamento profondo delle logiche di gestione delle risorse umane. Le imprese che vogliono rimanere competitive sono chiamate a superare la mera amministrazione del personale, per diventare centri di sviluppo di competenze e cultura aziendale.

Lavorare sul reskilling e upskilling continuo dei collaboratori, promuovere ambienti inclusivi e sostenibili, e introdurre strumenti digitali per la gestione del talento sono ormai condizioni fondamentali per garantire continuità e innovazione.

 

I settori e le professioni in crescita nel 2025

Il cambiamento del tessuto produttivo si riflette anche nella composizione del mercato del lavoro. Secondo i più recenti studi, nel 2025 i profili più richiesti riguardano i settori digitali, green e sociosanitari. Figure come data analyst, tecnici dell’efficienza energetica, operatori sociosanitari e specialisti in cybersecurity rappresentano le nuove colonne portanti del sistema economico.

Questo scenario impone agli HR manager una riflessione strategica: è necessario aggiornare i sistemi di recruiting, collaborare con enti formativi e università, e rivedere i modelli di crescita professionale all’interno delle organizzazioni. Il rischio non è solo non trovare competenze, ma anche non saperle valorizzare.

 

Imprese tra innovazione e sostenibilità: l’impatto sul lavoro

Il tessuto imprenditoriale italiano si sta ricostruendo intorno a valori come la responsabilità sociale, la transizione ecologica e l’innovazione digitale. Queste tendenze non sono più facoltative, ma diventano parte integrante del modello di business e, di conseguenza, del modello organizzativo interno.

Le imprese sostenibili sono anche quelle più attrattive per i lavoratori, in particolare per le nuove generazioni. Il concetto di “employer branding” assume un ruolo chiave nella capacità di un’azienda di attrarre i migliori profili. I responsabili HR devono dunque lavorare in sinergia con il marketing e la direzione strategica per costruire un’identità coerente con i nuovi valori del lavoro.

Governare questo cambiamento significa saper leggere i segnali del mercato, investire nelle persone e promuovere un modello d’impresa in cui il valore umano non sia solo un costo, ma un asset strategico per crescere nel lungo periodo.

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