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Divario retributivo di genere, per l’Europa è tempo di colmare il gap

Le donne nell’Unione europea continuano a guadagnare meno degli uomini a parità di lavoro, con un divario retributivo medio di genere che si attesta al 13%. Ciò significa che, per ogni €1 che guadagna un uomo, una donna guadagnerà € 0,87. Sicuramente si stanno facendo passi avanti, ma ancora troppo lentamente, con una riduzione del divario di 2,8 punti percentuali in 10 anni. E così nel 2022 la Giornata europea della parità retributiva è stata il 15 novembre, il che significa che le donne quest’anno lavorano “gratuitamente” dal 15 novembre fino alla fine dell’anno. Si tratta di una giornata simbolica, la cui data si sposta ogni anno, a seconda di quanto è ampio il gap; questa volta la forza lavoro femminile lavora un mese e mezzo in più della controparte maschile per arrivare a pari stipendio.

 

Non tutti i paesi sono uguali, in alcuni Stati membri dell’UE il divario è addirittura superiore al 20%. Guardando ai dati, l’Italia mostra un divario retributivo del 4,2%, quindi inferiore alla media UE, facendo meglio di molti altri Paesi come Spagna (9%), Francia (15,8%), Germania (18,3%).  La lotta al Gender Gap in Europa durerà almeno per altri 60 anni (Fonte: World Economic Forum, 2022).

 

Il divario retributivo di genere è un sintomo di squilibri più strutturali tra uomini e donne nelle rappresentanze economiche, nell’accesso all’istruzione e nelle responsabilità domestiche. Per esempio, le donne sono ancora sottorappresentate e sottovalutate nelle posizioni apicali. E la grande maggioranza di scienziati, ingegneri e lavoratori tecnici qualificati sono uomini. Inoltre, le donne sostengono in modo sproporzionato i doveri della casa e dell’assistenza all’infanzia con il 90% della forza lavoro dell’assistenza formale composta da quote rosa e 7,7 milioni di donne senza lavoro a causa delle responsabilità di assistenza e cura.

 

 

L’attenzione alla trasparenza retributiva

 

Per colmare il divario la Commissione Europea ha presentato la proposta sulla trasparenza delle retribuzioni, adottata il 4 marzo 2021, che introduce misure per garantire che le donne e gli uomini nell’UE ricevano la stessa retribuzione per lo stesso lavoro. Attualmente la proposta è al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio.

 

Nove europei su dieci – donne e uomini – pensano che sia inaccettabile che le donne siano pagate meno degli uomini per lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore. La maggioranza dei lavoratori europei è favorevole alla pubblicazione dei salari medi per tipo di lavoro e genere nella propria azienda.

 

Nel frattempo la Commissione Europea, che definisce prioritario l’obiettivo all’interno della strategia 2020-2025, per accelerare le cose ha approvato un mandato negoziale che gli permetterà di avviare trattative con tutti i governi UE per la trasparenza delle retribuzioni. Primo passo: obbligare le aziende con almeno 50 dipendenti a pubblicare i dati sugli stipendi dei dipendenti e a mettere le proprie responsabilità nero su bianco.

 

 

L’impegno dell’Europa contro il gender pay gap

 

Oltre alla proposta sulla trasparenza salariale, dall’Europa sono stati fatti importanti passi avanti negli ultimi anni. Nel marzo 2020, la Commissione ha pubblicato la sua Strategia per l’uguaglianza di genere 2020-2025 che definisce le azioni da intraprendere per colmare il divario retributivo di genere. Nel novembre 2020, la Commissione ha adottato il Piano d’azione 2021-2025 sulla parità di genere e l’emancipazione femminile nelle azioni esterne.

 

Anche la proposta su salari minimi adeguati per i lavoratori, adottata il 28 ottobre 2020, sostiene l’uguaglianza di genere contribuendo a colmare il divario retributivo di genere e a far uscire le donne dalla povertà, dato che in Europa il numero di donne che percepiscono un salario minimo è superiore a quello degli uomini.

 

Nel giugno 2022, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno approvato la proposta della Commissione per migliorare l’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società. La proposta diventerà presto legge dell’UE.

 

Quest’anno la Commissione ha affrontato poi il problema della sottorappresentazione delle donne nel mercato del lavoro, migliorando l’equilibrio tra lavoro e vita privata dei genitori che lavorano e di coloro che prestano assistenza. La nuova direttiva sull’equilibrio tra lavoro e vita privata è entrata in vigore il 2 agosto 2022.

 

Ultima in ordine cronologico è stata, nel settembre 2022, la presentazione da parte della Commissione europea della Strategia europea per l’assistenza al fine di garantire servizi di assistenza di qualità, economici e accessibili in tutta l’Unione europea. La strategia è accompagnata da due raccomandazioni per gli Stati membri sulla revisione degli obiettivi di Barcellona in materia di educazione e cura della prima infanzia e sull’accesso a un’assistenza a lungo termine di qualità e a prezzi accessibili.

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