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DL Collegato Lavoro 2025: tutte le novità
Quali sono le nuove disposizioni normative
Con l’entrata in vigore del DL Collegato Lavoro 2025 (legge n. 203/2024) il 12 gennaio 2025, il panorama normativo del lavoro in Italia si arricchisce di importanti novità. Questo provvedimento apporta modifiche significative in materia di contratti di lavoro, gestione dei rapporti professionali e modalità di conclusione degli stessi.
Ecco in sintesi quali sono le nuove disposizioni normative.
Contratti a termine e somministrazione: nuove regole
Il DL Collegato Lavoro 2025 rivede la disciplina dei contratti a termine e della somministrazione di lavoro. Tra le novità più rilevanti:
- Durata massima: nei contratti di somministrazione a termine, per il calcolo della durata massima complessiva si considerano anche le missioni svolte da lavoratori assunti a tempo indeterminato tramite agenzie per il lavoro.
- Limiti quantitativi: viene ampliato il ventaglio delle eccezioni ai limiti sul numero di lavoratori in somministrazione, includendo specifici casi come:
- Fasi di avvio di nuove attività.
- Lavoratori over 50.
- Disoccupati da almeno sei mesi.
- Soggetti appartenenti a categorie svantaggiate (giovani, adulti con persone a carico, appartenenti a minoranze etniche, ecc.).
- Obbligo della causale: eliminato per contratti superiori ai 12 mesi quando si tratta di lavoratori appartenenti a determinate categorie svantaggiate, come disoccupati o giovani alla prima esperienza lavorativa.
Contratti a tempo determinato: periodo di prova
Viene introdotta una nuova regolamentazione per il periodo di prova nei contratti a tempo determinato:
- Rapporti fino a 6 mesi: periodo minimo di 2 giorni e massimo di 15 giorni.
- Rapporti tra 6 e 12 mesi: massimo 30 giorni.
- Rapporti superiori a 12 mesi: si applicano le disposizioni dei contratti collettivi nazionali (CCNL).
Lavoro Agile: nuovi obblighi di comunicazione
Le aziende che adottano lo smart working devono rispettare nuovi obblighi di comunicazione al Ministero del Lavoro:
- Entro 5 giorni dall’avvio del lavoro agile.
- Per eventuali modifiche o cessazioni, entro i 5 giorni successivi all’evento.
Questo adempimento mira a favorire una gestione trasparente e tracciabile delle modalità lavorative innovative, ormai centrali per molte organizzazioni.
Apprendistato: opportunità di trasformazione
Il DL Collegato Lavoro 2025 introduce la possibilità di trasformare i contratti di apprendistato di primo livello:
- In apprendistato professionalizzante, per conseguire una qualificazione professionale.
- In apprendistato di alta formazione, con finalità di specializzazione.
Tali modifiche richiedono l’aggiornamento del piano formativo individuale e rispettano i limiti di durata complessiva previsti dai contratti collettivi.
Dimissioni per fatti concludenti: come gestirle
Una novità cruciale riguarda le dimissioni per fatti concludenti in caso di assenza ingiustificata del lavoratore:
- Il datore di lavoro può risolvere il rapporto dopo 15 giorni consecutivi di assenza non autorizzata, o il termine previsto dal CCNL applicato.
- È obbligatoria una comunicazione all’Ispettorato del Lavoro (ITL) e al Centro per l’Impiego.
Questa procedura snellisce la gestione delle dimissioni implicite, riducendo i rischi legali per le aziende.
Dilazione del pagamento dei debiti contributivi
Il provvedimento consente la rateizzazione fino a 60 mesi dei debiti contributivi e premi assicurativi, attraverso una procedura semplificata presso INPS e INAIL. Questo strumento rappresenta un’opportunità significativa per le imprese, offrendo maggiore respiro finanziario in un contesto economico complesso.
Ammortizzatori sociali: sospensione per attività lavorativa
Il lavoratore che percepisce ammortizzatori sociali e svolge attività lavorativa (subordinata o autonoma) vedrà sospeso il trattamento di cassa integrazione per i giorni lavorati. Inoltre, in caso di mancata comunicazione preventiva all’INPS, si rischia la decadenza dal diritto al beneficio.
Visite mediche: nuove linee guida
Le novità in ambito sanitario includono:
– Visite preventive
La visita medica preventiva serve a verificare che non ci siano problemi di salute che impediscano al lavoratore di svolgere il lavoro assegnato, valutando così se è idoneo per quella specifica mansione. La legge chiarisce che la visita preventiva può essere fatta prima dell’assunzione come parte dell’obbligo di sorveglianza sanitaria, quando richiesto.
La prima importante novità in tema di visite preventive è che il datore di lavoro non può più scegliere di far svolgere la visita preassuntiva al dipartimento di prevenzione dell’ASL: sarà sempre il medico competente a occuparsene. Inoltre, il medico, durante la visita preventiva, deve considerare eventuali esami clinici o diagnostici già effettuati dal lavoratore e riportati nella sua cartella sanitaria, per evitare di ripetere esami inutili, purché siano ancora validi per gli scopi della visita.
– Rientro dopo lunghe assenze
La visita è obbligatoria solo se ritenuta necessaria dal medico competente, che esprime comunque un giudizio di idoneità. In questo caso, il medico competente può (e deve) rilasciare il giudizio di idoneità alla specifica mansione anche senza procedere alla visita medica, se non la ritiene necessaria. Per cui, il datore di lavoro deve avvisare preventivamente il medico competente del rientro di un lavoratore sottoposto a sorveglianza sanitaria assente da oltre sessanta giorni, per valutare, caso per caso, le modalità applicative delle nuove disposizioni.
Queste disposizioni intendono alleggerire gli obblighi burocratici, senza però compromettere la sicurezza e il benessere dei lavoratori.
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