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Pensione di reversibilità: cos’è e a chi spetta
Meccanismi e applicazioni
La pensione di reversibilità rappresenta un sostegno economico fornito direttamente dall’Inps, con vincolo al reddito Irpef, destinato ai beneficiari sopravvissuti di un pensionato o di un lavoratore defunto, sia esso un dipendente o un lavoratore autonomo.
La pensione di reversibilità è un tema cruciale per imprenditori, datori di lavoro ed esperti di risorse umane, poiché tocca direttamente il benessere dei dipendenti e delle loro famiglie. Saper fornire informazioni corrette e aggiornate su questo strumento di previdenza sociale aiuta a rassicurare i superstiti di un lavoratore.
In questo articolo vediamo di cosa si tratta, quali sono le novità normative, le modalità di calcolo e la possibilità di cumulo con la pensione minima.
Pensione di reversibilità: a chi spetta?
La pensione di reversibilità è un beneficio economico che l’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) eroga ai familiari superstiti di un pensionato deceduto. I destinatari principali sono i coniugi, i figli e, in alcuni casi, i genitori o i fratelli del defunto. Ecco una panoramica dettagliata:
– Coniuge:
La pensione di reversibilità spetta al coniuge superstite, anche se separato, a meno che la separazione non sia stata causata da colpa del coniuge deceduto. Anche i coniugi divorziati hanno diritto alla pensione di reversibilità, purché non si siano risposati e il coniuge defunto fosse tenuto al pagamento dell’assegno divorzile.
– Figli:
La pensione di reversibilità è riconosciuta ai figli fino al compimento dei 18 anni, o fino a 26 anni se studenti universitari a carico e non coniugati. Anche i figli inabili al lavoro possono percepire la pensione di reversibilità indipendentemente dall’età.
– Altri familiari:
In assenza di coniuge o figli, la pensione può essere erogata ai genitori ultrasessantacinquenni senza pensione e a carico del defunto, oppure ai fratelli celibi o sorelle nubili, se anch’essi inabili e a carico del defunto.
Novità sulla pensione di reversibilità
Negli ultimi anni, ci sono state diverse novità riguardanti la pensione di reversibilità, volte a garantire un maggiore equilibrio tra sostenibilità del sistema previdenziale e tutela delle famiglie. Tra i cambiamenti più rilevanti si segnalano:
– Adeguamenti periodici:
Le soglie di reddito per il cumulo della pensione di reversibilità sono state aggiornate per adeguarsi all’inflazione e alle variazioni del costo della vita. Questo garantisce che i beneficiari ricevano importi in linea con le esigenze economiche attuali.
– Interventi sul reddito del beneficiario:
Le recenti riforme hanno previsto un meccanismo di riduzione dell’importo della pensione di reversibilità in relazione al reddito del superstite. Se il reddito del beneficiario supera determinate soglie, la pensione viene ridotta secondo percentuali stabilite.
– Tutela per le coppie di fatto, se unite formalmente:
Con l’introduzione delle unioni civili e la legge sulle convivenze di fatto, anche i partner delle coppie di fatto possono avere diritto alla pensione di reversibilità, a condizione che vi sia un’unione riconosciuta formalmente. Secondo la legge italiana, per avere diritto alla pensione di reversibilità, la coppia deve essere, quindi, formalizzata attraverso un istituto giuridico (matrimonio o unione civile nel caso di coppie dello stesso sesso). Per questo motivo il convivente, privo di riconoscimento giuridico equiparato al matrimonio, non può beneficiare della pensione di reversibilità.
A quanto ammonta la pensione di reversibilità?
L’importo della pensione di reversibilità varia a seconda dei superstiti e della loro situazione. Le percentuali sono calcolate in relazione alla pensione percepita dal defunto al momento della morte:
- Coniuge superstite: ha diritto al 60% della pensione originaria.
- Coniuge e un figlio: l’importo sale all’80% della pensione del defunto.
- Coniuge e due o più figli: in questo caso, l’importo complessivo della pensione di reversibilità può arrivare al 100%.
- Figli orfani: in assenza di coniuge, i figli hanno diritto al 70% ciascuno se è presente un solo figlio, mentre con due o più figli si arriva al 100%.
Le riduzioni vengono applicate se il beneficiario ha altri redditi che superano determinate soglie stabilite dalla legge.
Pensione di reversibilità: come si calcola?
Il calcolo della pensione di reversibilità dipende dalla pensione spettante al defunto e dalle condizioni economiche del beneficiario. I passaggi principali sono i seguenti:
- Determinazione della base pensionabile: la pensione di reversibilità si calcola prendendo come riferimento la pensione che il defunto percepiva o avrebbe percepito.
- Percentuali applicabili: si applicano le percentuali sopra indicate (60%, 80%, 100%) in base al numero e alla tipologia dei superstiti.
- Eventuali riduzioni: l’importo calcolato può essere soggetto a riduzioni se il beneficiario possiede altri redditi superiori a determinate soglie. Le percentuali di riduzione variano dal 25% al 50% in funzione del reddito complessivo del superstite.
Pensione di reversibilità e pensione minima: si possono cumulare?
La pensione di reversibilità può essere cumulata con altre prestazioni previdenziali, tra cui la pensione minima, ma con alcune limitazioni. In generale, il cumulo è consentito, ma l’importo della pensione di reversibilità può subire riduzioni se il reddito complessivo del beneficiario supera certi limiti.
Le soglie di reddito e le percentuali di riduzione sono aggiornate periodicamente dall’INPS per garantire l’equilibrio del sistema previdenziale.
In pratica, se un beneficiario percepisce già una pensione minima e riceve la reversibilità, l’INPS verifica il reddito totale per applicare eventuali riduzioni. Questo meccanismo garantisce che i beneficiari con redditi bassi continuino a ricevere un sostegno adeguato, ma evita che i superstiti con redditi elevati beneficino indebitamente di entrambi i trattamenti.
Perché è importante conoscere i meccanismi della pensione di reversibilità
Per imprenditori, datori di lavoro e professionisti delle risorse umane, conoscere la normativa sulla pensione di reversibilità è fondamentale per fornire supporto adeguato ai dipendenti e alle loro famiglie, in una logica in cui vita personale e professionale sono ormai sempre più legate nelle aziende virtuose. Comprendere a chi spetta la reversibilità, le recenti modifiche normative, e le modalità di calcolo e cumulo, permette di gestire con maggiore consapevolezza le questioni previdenziali e pianificare adeguatamente il futuro finanziario dei lavoratori.
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