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Fatti e persone del mondo del lavoro
Dipendenti “fedeli”: come e perché premiare l’anzianità in azienda
Percorsi di carriera legati all’esperienza
l mondo del lavoro odierno, dove il turnover è spesso alto e le aspettative dei dipendenti evolvono con ritmo incalzante, la fedeltà rimane un asset prezioso. Un dipendente che resta anni in azienda porta con sé non solo competenze specifiche, ma anche conoscenza profonda dei processi, cultura aziendale e – se ben considerato – è un trait-d’union tra passato, presente e futuro dell’impresa.
Ma come e perché premiare l’anzianità in azienda? E quali modalità funzionano davvero?
Perché l’anzianità è un valore da coltivare
Quando si parla di motivazione e gratificazione, negli ultimi anni è emerso come il denaro sia importante, ma non sia l’unico elemento che tiene insieme la soddisfazione del dipendente. Ebbene no, non è solo una questione di soldi. Spesso è il senso di riconoscimento, di crescita, di appartenenza che pesa di più.
Ecco cosa succede se l’anzianità viene valorizzata:
- Riduzione del turnover: un’azienda che premia chi resta incentiva un senso di stabilità. Meno turnover significa meno costi di assunzione, onboarding, formazione continua.
- Miglioramento della cultura aziendale: il lungo periodo in azienda favorisce la trasmissione del know-how, dei valori aziendali e l’identificazione con la mission.
- Vantaggio competitivo sulla retention: molte aziende considerano difficile trattenere il personale e la soddisfazione è bassa per chi non vede possibilità nel lungo termine.
Come premiare l’anzianità senza cadere nei cliché
Premiare l’anzianità non significa solo “mettere più soldi nella busta paga” (anche se una componente economica è spesso attesa e sicuramente apprezzata). È bene bilanciare elementi tangibili e intangibili, in modo da costruire una strategia credibile e sostenibile.
Scatti di anzianità e progressioni retributive
Negli ordinamenti contrattuali italiani molti CCNL prevedono scatti di anzianità, che sono incrementi automatici legati al tempo trascorso in azienda, indipendentemente dalle performance. Ma queste forme standard possono essere affiancate da policy interne:
- Definire fasce temporali chiare dopo le quali si attivano bonus o benefit speciali (5 anni, 10 anni, 15 anni etc.).
- Integrare questi scatti con riconoscimenti legati al valore apportato nel tempo. L’anzianità diventi una base, non un punto d’arrivo passivo.
Riconoscimento non monetario: simbolico e relazionale
Spesso le parole contano tanto quanto il denaro. Un “grazie”, una cerimonia aziendale, una menzione in pubblico o un premio simbolico (un orologio, una targa, una giornata speciale) possono rafforzare il senso di appartenenza.
Iil riconoscimento è uno dei pilastri della motivazione che segue il desiderio di crescita e sviluppo personale.
Percorsi di carriera legati all’esperienza
Non basta “restare”: il dipendente fidelizzato vuole vedere che la sua permanenza serve a qualcosa. Ecco alcune idee:
- Creare opportunità formative specifiche per chi ha accumulato anni di servizio (tecniche, manageriali, mentoring).
- Valutare promozioni interne o ruoli che riconoscano seniority non solo come tempo, ma come responsabilità: diventare referente, tutor, mentore, coordinatore, etc.
- Far sentire la voce di questi “anziani” come parte del patrimonio aziendale: possono svolgere un ruolo attivo nel trasferimento delle pratiche migliori, nel coaching interno, nell’innovazione con base nella tradizione.
Benefit su misura
Quando si pensa a premiare l’anzianità, i benefit possono fare la differenza:
- Giorni di ferie extra, permessi speciali.
- Bonus legati al consolidamento: ad esempio un premio di “fedeltà” maturato dopo un certo numero di anni.
- Benefit esperienziali: viaggi o esperienze dedicate, eventi aziendali speciali.
- Condizioni di lavoro migliori: più autonomia, orari flessibili, smart working, scelta del team o del progetto.
Come premiare l’anzianità: cosa fare nel concreto
Le piccole e medie imprese spesso hanno meno risorse che le grandi aziende, ma possono fare scelte strategiche che “pesano” tanto in termini di clima, fidelizzazione e identità aziendale.
Eccolo un possibile progetto “anzianità”:
- Fare una mappatura: quanti dipendenti hanno 5/10/15 anni, in quali ruoli, con quali competenze.
- Intervistare alcuni di quelli con anzianità per capire cosa apprezzano davvero: premio economico? riconoscimento? ruolo di mentoring?
- Costruire una policy che includa: anniversari aziendali, benefit legati al “tempo servito”, opportunità formative dedicate, momenti di riconoscimento interni e – ove possibile – promozione interna.
- Comunicare in modo trasparente: far capire che non è solo “una tantum”, ma che l’anzianità è parte della strategia aziendale di valorizzazione del capitale umano.
Premiare l’anzianità in azienda non è solo un gesto simbolico: è una leva potente per costruire cultura, fiducia e continuità. Per le aziende significa investire su un asset che spesso si dà per scontato.
Se usata bene, la valorizzazione dell’anzianità rende il dipendente “fedele” più motivato, più protagonista – e contribuisce al successo sostenibile dell’organizzazione.
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