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Parità di genere: sgravio contributivo alle aziende certificate
Parità di genere: per le aziende virtuose dal 2022 c’è uno sgravio fiscale dell’1% sui contributi fino a 50mila euro all’anno. Non è questa, però, l’unica novità per le aziende italiane in fatto di parità e pari opportunità.
In un contesto dove il gender gap è ancora molto presente nel mercato del lavoro, negli ultimi mesi è stata introdotta una norma fondamentale: la Legge 162/2021, che modifica il Codice delle pari opportunità e introduce importanti novità sul tema della parità di genere, agendo su più fronti.
Le novità introdotte dalla Legge 162/2021
La norma istituisce una vera e propria certificazione di pari opportunità per le aziende pubbliche e private che impiegano più di 50 dipendenti. A quelle virtuose che si certificheranno, saranno riconosciuti vantaggi e sgravi fiscali.
Inoltre, la disciplina ridefinisce la nozione di discriminazione – diretta e indiretta – sul luogo di lavoro.
E, per le imprese che occupano oltre 50 lavoratori, introduce l’obbligo di presentare un rapporto biennale sulla situazione del personale (in precedenza, l’obbligo sussisteva solo per le aziende che impiegavano più di 100 lavoratori).
Con queste novità, l’obiettivo è quello di diminuire il gender pay gap, incentivare l’aumento dell’occupazione femminile e creare i presupposti per migliori condizioni lavorative per le donne, anche in relazione alla protezione della maternità.
La certificazione di pari opportunità e il sistema premiale
Dal 1 gennaio 2022 è entrato in vigore il sistema di certificazione della parità di genere, che ha il compito di attestare le politiche e le misure concrete adottate dalle aziende per ridurre il divario di genere.
Per le aziende in possesso della certificazione di parità viene introdotto un sistema premiale per l’anno 2022. Si tratta di un esonero contributivo determinato in una misura non superiore all’1% e nel limite massimo di 50.000 euro annui per ciascuna azienda.
Inoltre, alle aziende in possesso della certificazione entro il 31 dicembre dell’anno precedente, sarà riconosciuto un punteggio premiale per la valutazione, da parte delle autorità titolari di fondi europei, nazionali e regionali, delle proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti.
Nei bandi di gara, le amministrazioni aggiudicatrici terranno conto dei criteri premiali a favore delle aziende in possesso della certificazione.
Un report periodico sulla situazione del personale
Un rapporto dettagliato sulla situazione del personale è richiesto ogni due anni alle aziende con almeno 50 dipendenti. Dovrà descrivere la distribuzione degli incarichi fra i sessi e riportare anche le retribuzioni e i premi riconosciuti ai lavoratori.
Il documento diventa obbligatorio per le aziende sopra i 50 dipendenti, mentre le imprese sotto la soglia citata potranno applicarlo su base volontaria.
Il rapporto sarà biennale e andrà presentato in modalità telematica tramite un modello che verrà pubblicato nel sito internet istituzionale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e trasmesso alle rappresentanze sindacali aziendali.
La mancata compilazione del rapporto biennale può portare alla sospensione per un anno dei benefici contributivi eventualmente goduti dall’azienda. Inoltre, in caso di dati mancanti o inesatti, sono previste sanzioni da parte dell’ispettorato del lavoro.
La nuova nozione di discriminazione
L’articolo 25 del Codice delle Pari Opportunità è stato modificato, riscrivendo la definizione di “discriminazione”, diretta o indiretta, sul luogo di lavoro. Nel concetto più esteso di discriminazione rientrano anche un’organizzazione o un orario di lavoro che svantaggiano determinate categorie.
Sono discriminazioni tutti gli atti organizzativi che modificando le condizioni e i tempi di lavoro in ragione del sesso e che possono creare vantaggi o svantaggi di un lavoratore rispetto a un altro, dal punto di vista della partecipazione alla vita aziendale e di accesso alle progressioni di carriera.
L’entrata in vigore e le tempistiche
Le legge 162/2021 è entrata in vigore da dicembre 2021, anche se per ora l’unico punto già operativo è quello che riguarda la nozione di discriminazione inserita nel Codice delle pari opportunità.
Per le altre due misure, ovvero l’obbligo di rapporto biennale sulla situazione aziendale e la certificazione di parità, sono previsti dei provvedimenti attuativi in arrivo nei primi mesi del 2022, poiché che la nuova certificazione dovrà partire, secondo la tabella di marcia fissata dal Pnrr, nel secondo trimestre dell’anno.
Le altre iniziative in corso per combattere il Gender Gap
Queste novità arrivano nel momento in cui l’Unione Europea e diversi Stati stanno affrontando il fenomeno del gender gap nel mondo del lavoro introducendo delle regolamentazioni ad hoc.
L’Italia, in particolare, ha destinato 10 milioni di euro all’interno del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza: la certificazione di parità è proprio una delle misure che il Governo ha inserito nel Pnrr, nella missione 5, “Inclusione e coesione”.
L’Italia ha anche definito una Strategia Nazionale per la Parità di Genere (2021-2026), che rappresenta lo schema di valori da perseguire nell’ambito della gender equality. Il primo obiettivo della Strategia Nazionale è quello di guadagnare 5 punti nella classifica del Gender Equality Index dell’EIGE nei prossimi 5 anni, con l’intento di rientrare tra i primi 10 paesi europei in 10 anni.
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