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Onboarding: diversi approcci, un unico obiettivo
È fatta: abbiamo chiuso il processo di selezione e ricerca dei talenti, abbiamo individuato uno o più candidati idonei, che hanno accettato la proposta contrattuale. Siamo entusiasti di accogliere nuove risorse in azienda, che aprono un nuovo capitolo del loro percorso professionale!
E ora? Cosa ci aspetta? Quali sono i primi passi da compiere? Come affrontare e superare al meglio questa prima, fondamentale e delicata fase di conoscenza e assetto reciproco? Qual è il ruolo del recruiter o dell’HR?
I primi giorni, che in alcuni casi possono essere settimane o mesi, rappresentano, infatti, una fase fondamentale, che va a porre le basi della riuscita o meno del percorso professionale all’interno di una specifica organizzazione e in quel determinato ruolo.
Stiamo parlando dell’onboarding, ossia il percorso di accoglienza, inserimento e preparazione di un nuovo collaboratore all’interno dell’organico. Più nello specifico, l’onboarding è il processo attraverso il quale i nuovi assunti acquisiscono le conoscenze e le abilità, così come i valori, le norme e le aspettative, per diventare parte attiva dell’organizzazione. La finalità primaria della fase di onboarding è quella di guidare i nuovi assunti all’interno dell’organizzazione e all’interno del proprio ruolo professionale, facilitando la comprensione della cultura propria del nuovo contesto sociale organizzativo.
Come può avvenire il processo di Onboarding
L’onboarding avviene tramite diverse tecniche di socializzazione, le quali, sulla base della struttura, dei processi e dell’organizzazione aziendale, possono variare e raggiungere diversi livelli di approfondimento: riunioni (in presenza e/o da remoto), meeting con i responsabili aziendali (diretti e non), video e presentazioni dell’organizzazione, momenti formativi e di confronto, momenti informali di conoscenza reciproca, etc.
Questo processo di transizione e accompagnamento all’interno dei processi e delle dinamiche aziendali può essere strutturato in due modalità: individuale o collettivo. Nel primo caso, viene strutturata una formazione tailor made, su misura, particolarmente adatta a funzioni specifiche e specializzate e che prende forma in formazioni on the job o di mentoring, in cui vi è l’affiancamento da parte di un dipendente più esperto; la seconda modalità vede, invece, il coinvolgimento di più nuovi arrivati in azienda che vivono la stessa formazione contemporaneamente, solitamente tramite sessioni di formazione o corsi di specializzazione.
I contenuti di un processo di Onboarding
Anche se, come detto, le modalità sono diversificate e differenti da azienda a azienda, i contenuti possono essere raggruppabili in macro attività core:
– accoglienza negli uffici aziendali, presentazione ai colleghi e alle figure di riferimento;
– conoscenza della realtà lavorativa e consegna del materiale informativo aziendale;
– assegnazione formale di un mentore/responsabile;
– condivisione e presentazione di un piano di inserimento e formativo per i giorni/settimane successivi
Le finalità del processo di Onboarding sono quelle di inserirsi in un contesto nuovo e complesso; il compito dell’organizzazione è quello di agevolare l’inserimento in un ambiente e una cultura nuova tramite un piano strutturato e completo di affiancamento e formazione (chiamato “onboarding checklist”) che sarà condiviso fin dal primo giorno con la persona. Questo aiuterà non solo ad attenuare il senso di “smarrimento” tipico dei primi giorni, ma soprattutto a sentirsi subito parte del team e dell’organizzazione, riducendo drasticamente il livello di stress e potenziando l’efficacia lavorativa futura.
Scritto da Silvia di InfoJobs Lab.
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