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È il momento giusto per aprire il cassetto dei sogni

Per chi non vuole veramente tornare a come era prima.

Da più di un mese non lavori o lavori in modo molto diverso da prima.
Quella quotidianità che vivevi come impegno e stress è diventata un ricordo.
È molto interessante soffermarsi sulle emozioni che quel ricordo ti trasmette.


Quali sono i momenti che ricordi con maggiore nostalgia?
Hanno a che fare con la tua attività, con ciò che concretamente facevi o hanno a che fare con le abitudini di contorno, la chiacchierata con il collega, l’allegria del venerdì mattina, il piacere di tornare a casa stanco e soddisfatto?
In questo periodo di quarantena ti sei ritrovato a fare qualcosa di attinente al tuo lavoro spontaneamente senza che il tuo capo o il tuo datore di lavoro te lo chiedessero?
Queste domande possono aiutarti a capire se ciò che facevi era “un lavoro” o il “tuo lavoro”.  E da questa riflessione puoi trovare l’energia per ripartire.

 

Nel film “Tra le nuvole” il protagonista interpretato da George Clooney incalza un impiegato che sta per perdere il lavoro: “Vedo uomini che lavorano nella stessa azienda per una vita intera. Uomini esattamente come lei. Timbrano l’entrata e l’uscita e non hanno mai un momento di felicità. Lei ha un’opportunità Bob, questa è una rinascita.
Parole molto ciniche se calate nel contesto ma anche intrise di una profonda verità.
Purtroppo nella vita c’è chi non può reinventarsi. Ma c’è anche chi può farlo ed è solo “prigioniero del presente”.

 

Questi giorni di silenzio e lunghe riflessioni sono un’opportunità irripetibile per tracciare una linea, fermarsi, alzare lo sguardo e chiedersi se il lavoro che hai fatto finora e che presumibilmente presto ritroverai ti appartiene davvero, ti valorizza, ti rende felice.
In una situazione normale non hai mai il tempo per questi pensieri filosofici, testa bassa e pedalare per portare a casa lo stipendio e pagare il mutuo.
Il mal di pancia però resta lì a toglierti il sorriso nelle domeniche pomeriggio o al rientro dalle ferie. L’emergenza sanitaria che ti ha costretto a casa è un’occasione da non sprecare.
È una discontinuità nella vita di miliardi di persone, non solo nella tua.

 

È un anno zero in cui tutto appare così precario che si può pensare di rimettere effettivamente tutto in discussione. Davvero vuoi tornare come prima? Guarda al tuo passato.
Nei momenti decisivi del tuo percorso di studi e di quello lavorativo hai guidato tu con le tue ambizioni e le tue decisioni o ti sei lasciato guidare dagli altri o dal bisogno del momento o dalle combinazioni del destino?
Sai perfettamente dove si trova il cassetto dei tuoi sogni. È il momento di riaprirlo.

 

Troverai qualcosa che probabilmente è ormai irrealizzabile, ma anche una traccia da seguire in fretta prima che si ritorni alla quotidianità e che il tuo spirito di adattamento torni a prendere il sopravvento sulle nostre aspirazioni: “È andata così. Bisogna accontentarsi.”

 

L’auspicio per tutti noi è quello di ritrovarsi in questo splendido inno al talento  contenuto nell’Antologia di Spoon River: “La terra emana una vibrazione là nel tuo cuore e quello sei tu. E se la gente scopre che sai suonare ebbene suonare ti tocca per tutta la vita.”

 

di Lorenzo Cavalieri
Manager Partner at Sparring

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