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Colloquio di selezione di successo: 5 consigli per professionisti non HR

Lavorare in una PMI, cioè in una delle piccole e medie imprese che rappresentano la predominanza del tessuto imprenditoriale italiano, implica l’essere costantemente alle prese con molteplici mansioni, anche molto differenti tra loro. Inoltre, qualora in azienda non fosse presente il dipartimento HR, può capitare di essere coinvolti nella selezione delle persone per la nostra azienda o per il nostro team.

 

In questi casi come ci si può muovere con efficacia anche se non si è degli “addetti ai lavori” del settore HR?

 

Come organizzare un colloquio di selezione di successo evitando perdite di tempo per l’azienda (e quindi di denaro)?

 

1. AVERE BEN CHIARO IL RUOLO PROFESSIONALE RICERCATO

 

Il punto di partenza è avere le idee chiare riguardo a quelle che sono le necessità aziendali. Conosciamo il ruolo specifico di cui necessita l’azienda? Quali requisiti e competenze deve possedere il candidato che stiamo cercando? Che tipo di professionista, in linea con la cultura, i valori e la vision aziendale, ci piacerebbe inserire nell’organico?
Per rispondere a questi, e ad altri, interrogativi cruciali è importante, prima di iniziare ogni iter selettivo, consultare (o creare ex novo) la job description, ossia la descrizione dettagliata e approfondita del ruolo professionale e delle mansioni previste: ci aiuterà a rimanere focalizzati sulla reale esigenza aziendale, permettendoci di avere una linea guida concreta e affidabile nel corso delle selezioni.

 

2. PREPARAZIONE PRE COLLOQUIO

 

In vista del colloquio, dopo la call telefonica preliminare e prima di incontrare il/la candidato/a, è bene chiedere il CV aggiornato a quest’ultimo/a e dare uno sguardo al suo percorso a 360°.
Analizziamo e annotiamo quello che vorremmo approfondire vis a vis: ci sono degli aspetti che ci hanno colpito e di cui vorremmo parlare? Quali elementi vogliamo evidenziare ai fini della nostra job description? Quali skills vogliamo verificare? Attitudine, atteggiamento, valori e aspettative: che ruolo rivestono per la nostra azienda e per il ruolo professionale? Che tipo di motivazione deve avere il candidato che stiamo cercando?
Questi sono alcuni degli interrogativi che possono emergere durante la lettura approfondita del CV e che potrebbero essere argomento in sede di colloquio.

 

3. IL CANDIDATO AL CENTRO

 

Il colloquio è l’occasione a lungo attesa dal candidato: concediamogli la “scena”, di modo che possa esprimersi, raccontarci di sé e delle proprie esperienze professionali nonché delle proprie competenze e ambizioni. Per aiutarlo/a nella piena espressione di sé e della sua professionalità, incoraggiamolo ad aprirsi in maniera spontanea e cerchiamo di ascoltare tutto ciò che si sente di condividere con noi.
Se possibile, orientiamoci su domande aperte che permettano alla persona di argomentare a pieno le situazioni e le sue idee, evidenziando al massimo le skills e le attitudini.
In linea generale, da parte nostra potrebbe essere funzionale adottare un approccio più orientato all’ascolto attivo che all’eloquio.

 

4. FOCUS SUL RUOLO LAVORATIVO

 

Durante il colloquio è consigliabile concentrarsi sul ruolo lavorativo più che sulla persona, cioè sulle mansioni previste e le competenze richieste, sull’esperienza lavorativa che il candidato/a dovrebbe avere per quel ruolo specifico, sulla compatibilità tra il suo profilo e la posizione aperta.
Questo aiuterà a svolgere un processo valutativo oggettivo centrato sulle caratteristiche misurabili richieste dal ruolo.
Un processo di selezione oggettivo e non influenzato da bias cognitivi permetterà di selezionare la persona giusta per quel ruolo, e allo stesso tempo eviterà di sprecare tempo e risorse economiche qualora la selezione non dovesse concludersi positivamente nel breve/medio termine.

 

5. CONFRONTO E RIFLESSIONE POST COLLOQUIO

 

Potrebbe essere utile avere un parere esterno e ulteriore che ci aiuti a focalizzare il candidato/a più in linea con il ruolo e con la nostra azienda, soprattutto se non siamo abituati a svolgere colloqui di selezione e se non fa parte della nostra professione.
Svolgere il colloquio insieme a un collega, anche di un altro dipartimento ma pur sempre correlato al ruolo professionale da noi ricercato, aiuta a vedere le cose da un’altra prospettiva e potrebbe portare evidenze importanti che magari non avremmo notato.
Inoltre, è consigliabile prendersi un giorno di riflessione per ripensare al colloquio, rileggere le nostre annotazioni e le risposte date dal candidato/a: questo aiuterà ad essere ancora più oggettivi nel processo di valutazione della candidatura.

 

 

Per concludere, solo grazie a una “preparazione” ad hoc relativa al ruolo ricercato e al candidato convocato a colloquio si riuscirà a gestire con efficacia l’iter selettivo, attribuendo la stessa importanza al nostro obiettivo, ossia trovare la risorsa giusta per l’azienda, e alla persona che abbiamo davanti, rispettandola e valorizzandola nella sua unicità, sia come persona che come professionista.

 

 

Nel prossimo articolo vedremo in dettaglio quali sono le potenziali domande da sottoporre ai candidati per non lasciarci sfuggire il candidato più in linea con la vacancy.

 

 

Scritto da Silvia di InfoJobs Lab.

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